Paolo Pontoniere, L’espresso 30/3/2005, pag. 183., 30 marzo 2005
Cibi virtuali. Lo chef Lo Homaro Cantu intercala piatti reali con pietanze virtuali, prodotte cioè con una stampante Canon i520 inkjet da lui modificata: salse al posto degli inchiostri, su una carta fatta di germogli di soia
Cibi virtuali. Lo chef Lo Homaro Cantu intercala piatti reali con pietanze virtuali, prodotte cioè con una stampante Canon i520 inkjet da lui modificata: salse al posto degli inchiostri, su una carta fatta di germogli di soia. Nel suo ristorante di Chicago, il ”Moto”, arrivano clienti da ogni parte degli States per una cena che si aggira sui 250 dollari a testa, vini inclusi. Cantu sta ora studiando come usare elio e superconduttori per produrre pietanze capaci di restare sospese a mezz’aria: «Voglio far levitare il cibo, voglio farlo scomparire e riapparire, voglio rendere commestibili le posate, i tavoli e le sedie».