MACCHINA DEL TEMPO giugno 2005, 22 settembre 2005
Secondo la leggenda Polifemo per fare colpo sulla bella ninfa Galatea, volle enumerare le sue ricchezze: terreni, boschi, spiagge, greggi, ma anche un frutteto di pere eccellenti, le ”Coscia”
Secondo la leggenda Polifemo per fare colpo sulla bella ninfa Galatea, volle enumerare le sue ricchezze: terreni, boschi, spiagge, greggi, ma anche un frutteto di pere eccellenti, le ”Coscia”. Il pero, già noto ai popoli preistorici dell’Europa, dalla Magna Grecia giunse a Roma, dove ebbe ampia diffusione e grandi estimatori: Catone e Plinio perfezionarono le tecniche di coltivazione, Pompeo e Nerone furono entusiasti consumatori del frutto. Dopo il declino medievale, la coltura si diffuse in Messico e California (a opera dei missionari spagnoli) e in Europa, in particolare in Belgio e Francia, a partire dal 1700. All’epoca di Plinio si elencavano una trentina di varietà di pere, oggi ne conosciamo oltre 5.000: da quelle estive come la William (selezionata in Inghilterra alla fine del Settecento), la Coscia, la Guyot (succosa e zuccherina), la Santa Maria, a quelle autunnali, come l’Abate Fetel (una delle preferite dai consumatori), la Decana del Comizio (grossa e tondeggiante, particolarmente adatta alla cottura), la Conference (dolce e succosa). La pianta del pero (Pyrus communis), della famiglia delle rosacee, cresce spontanea nei boschi europei, ma la sua coltivazione è ormai diffusa in tutti i continenti (Europa, Nord e Sud America, Asia, Africa e Oceania). Il pero è un albero con radici molto profonde, alto fino a una ventina di metri, con foglie ovaleggianti e fiori bianchi o rosati riuniti a gruppi. Il frutto è apprezzato per gusto, fragranza e succosità. Contiene una buona quantità di zuccheri semplici (fruttosio di rapida assimilazione), pectine, tannino, sali minerali, acido malico e citrico, oltre che composti fenolici ad azione antiossidante. Di grande digeribilità, la pera svolge un’azione diuretica, rinfrescante e lassativa ed è indicata nell’alimentazione di giovani e anziani.