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 2005  settembre 21 Mercoledì calendario

Gli esami scandalo. Il corriere della Sera 21/09/2005. San Gennaro ha fatto ’a grazia: dopo anni di bocciature di massa sotto la Madonnina, gli aspiranti avvocati lombardi che con le nuove regole si son visti correggere le prove scritte dai commissari d’esame napoletani hanno visto più che raddoppiata la quota di promossi: dal 30 al 69%

Gli esami scandalo. Il corriere della Sera 21/09/2005. San Gennaro ha fatto ’a grazia: dopo anni di bocciature di massa sotto la Madonnina, gli aspiranti avvocati lombardi che con le nuove regole si son visti correggere le prove scritte dai commissari d’esame napoletani hanno visto più che raddoppiata la quota di promossi: dal 30 al 69%. Wow! Unico dubbio: è un’onda anomala di geni? O c’è qualcosa di davvero marcio in questi esami di ammissione all’albo? Bel tema. Tanto più che l’idea di far valutare gli scritti delle aspiranti toghe d’un distretto alla commissione di un altro, un risultato clamoroso l’ha già raggiunto. L’Avvocatificio di Catanzaro, guarda coincidenza, ha chiuso: un quinto dei promossi dell’anno scorso. Ci hanno messo una vita, sotto il Vesuvio, a correggere i compiti svolti a metà di dicembre del 2004 dai 3.078 giovani del distretto giudiziario di Milano. A giugno, quando già la parallela commissione ambrogina avevano finito di esaminare le prove dei 3.428 (quasi quattrocento in più) campani, loro erano ancora lì, chini a faticare su una enorme pila di documenti da vagliare. Finché, di proroga in proroga, hanno finito il lavoro a metà settembre. «Ci siamo?», hanno chiesto da su. «Ci siamo», han risposto da giù. E il camion blindato carico delle buste con le prove scritte valutate nel capoluogo lombardo è partito per il golfo per scambiare finalmente i risultati. Macché, porte chiuse: «Desolatissimi, ma oggi è la festa di San Gennaro». Sosta. Riposo. Scarico. Carico. E rientro. Il camion arriverà a Milano stamattina, nove mesi dopo il «concepimento» dei temi, mentre gli esami orali nel resto d’Italia sono in corso da settimane. Ma già si sa, dicevamo, come è andata: 2.137 ammessi alla seconda prova. Record di tutti i tempi. Con un aumento del 39,35%. Tutti fenomeni. Mentre sul versante opposto dev’essere stata un’ondata di ciucci: i candidati dell’anno scorso, esaminati nella città campana, avevano passato gli scritti nel 68,64% dei casi. Questa volta, spostati da Posillipo alla Fiera meneghina, sono usciti male: 55% di bocciati. Con un aumento dei respinti del 23%. E qui il tema va rovesciato: possibile che fossero così scarsi? O piuttosto, insistiamo, c’è qualcosa di marcio nel sistema? «Sono esami da non fare mai più», risponde l’avvocato varesino Ferruccio Zuccaro, che della commissione milanese è stato il presidente. Troppe variabili. Un gioco del Lotto senza la Smorfia: dove cadi cadi. Una delle sub-commissioni napoletane, la VI, ha promosso il 94% dei suoi 300 candidati. Una delle milanesi, la XIII, ne ha bocciati il 79,1%. E non è finita, ride polemico Zuccaro: «Agli orali ogni sotto-commissione dovrebbe ogni mattina predisporre un numero di domande da fare ai candidati pari al triplo dei candidati stessi. Dopodiché l’aspirante avvocato dovrebbe estrarre le sue due domande e noi dovremmo interrogarlo solo su quelle. Un delirio. Ma la puoi davvero valutare così, la gente?». E tutto perché? «Perché questo è uno Stato che non si fida neanche di se stesso. Per cosa, poi... Tanto vale tornare ai quiz». Poco ma sicuro. Il forum sarannoavvocati.it ospitava ieri una lettera firmata «Stronzetto»: «Ciao a tutti, ho appena passato l’orale con una bella raccomandazione. Che goduria... in culo a tutti quelli che non hanno passato lo scritto... marcite sui libri. Si sa che il mondo è fatto a scale, ma qualcuno prende l’ascensore...». Non bastasse, fedele al motto «fatta la legge, trovato l’inganno», c’è chi ha già scoperto come uscire dall’impasse. E i Tar di mezza Italia cominciano a essere sommersi dai ricorsi di chi non è stato ammesso. In soldoni: se fai ricorso i giudici amministrativi non possono per legge entrare nel merito della tua prova scritta. Possono però accettare le tue proteste su un vizio formale e ammetterti con riserva all’orale. Orale che fai non più in trasferta ma nella tua sede naturale: Napoli, Catania, Torino, Campobasso... Dove insomma possono tornare in gioco quelle variabili esterne che le novità decise da Roberto Castelli dopo lo scandalo degli esami truccati di Catanzaro volevano eliminare. E una volta passati gli orali, davvero qualcuno ti farà rifare gli scritti? Certo è che la tabella definitiva dei promossi e dei bocciati che pubblichiamo è stupefacente. I trentini esaminati a Caltanissetta guadagnano 20 punti, i liguri a Salerno 26, i toscani a Catanzaro 38, i marchigiani a Reggio Calabria 15... Altrove è invece un massacro: i messinesi esaminati a Brescia subiscono una falciatura del 34%, i lucani a Perugia del 26%, gli umbri a Campobasso del 38%, i reggini ad Ancona del 37%, i salernitani a Messina del 41%. Per un calo complessivo in tutta Italia (senza i dati di Milano e Napoli, troppo freschi) di quasi il 23%. La vera ecatombe, però, è a Catanzaro. Era un paradiso, per chi voleva passare l’esame. C’erano studi legali che accettavano frotte di giovanotti desiderosi di fare lì il praticantato di due anni e talora fornivan loro perfino l’indirizzo per la residenza. Cancellieri che ti firmavano le presenze senza puzze sotto il naso. Alberghi e villaggi sulla costa che ti offrivano la formula «tutto compreso» (vitto, alloggio e pulmino per andare e tornare dalle sedi d’esame). Night-club che organizzavano «Lawyers Party». Ma soprattutto c’era un tasso di promozioni stupefacente. Che un anno arrivò all’esatto opposto di Milano: 94% di bocciati sotto la Madonnina, 94% di promossi lì. Finché, appunto, esagerarono. E nell’estate del 2000 emerse da un’inchiesta che all’esame del dicembre 1997 su 2.301 partecipanti ben 2.295 (tutti meno 6) avevano copiato. Parola per parola. Il locale ordine degli avvocati, davanti allo scandalo, strillò contro i giornali del Nord: «ferocia demolitrice». Il Corriere della sera pubblicò le confidenze di una candidata: «Come vuole che sia andata? Entra un commissario e fa: "Scrivete". E comincia a dettare, lentamente». Paura? Macché: «Non ci possono fare niente. Siamo troppi». Aveva ragione. Anni di inchieste e di polemiche, poi prescrizione per tutti. La pubblicità dello scandalo (che vergogna...) fece addirittura aumentare gli arrivi. E agli scritti del dicembre 2003, gli ultimi prima del cambio di sistema col dirottamento al Nord dei temi da esaminare, i candidati dell’Avvocatificio catanzarese furono 3.261 (mille in più rispetto a prima dello scandalo) e gli ammessi 2.768. Quanti Veneto, Piemonte, Val d’Aosta, Umbria, Liguria, Toscana e Marche messi insieme. Cinque volte di più degli ammessi (609) di quest’anno coi compiti esaminati a Firenze. «Ferocia demolitrice»? Gian Antonio Stella