Francesca Folda, Panorama 25/11/2004, 25 novembre 2004
Pruno. Nel paesino di Pruno, nella valle del Cilento in Campania, una ventina di famiglie (perlopiù coppie d’anziani) continua a vivere quasi come cent’anni fa
Pruno. Nel paesino di Pruno, nella valle del Cilento in Campania, una ventina di famiglie (perlopiù coppie d’anziani) continua a vivere quasi come cent’anni fa. La corrente elettrica è arrivata da dieci anni, l’acqua passa attraverso tubi di fortuna collegati casa per casa direttamente alle sorgenti di zona, le poche tv sono in bianco e nero, una vecchia cabina telefonica è stata trasformata in dispensa (però hanno tutti il cellulare). Qui non vi sono negozi, si vive di baratto. Chi possiede maiali offre prosciutto e sausicchio (tipica salsiccia piccante) a chi ha pecore e capre, in cambio di formaggio cagliato. Tutti coltivano pomodori, peperoni, insalata, qualche albero da frutta. Le galline danno uova fresche, nel bosco si raccolgono funghi porcini, il pane si fa in casa. La lana tosata viene prima cardata e poi filata con uno strumento ormai introvabile, la conocchia. Tutte le donne di Pruno sanno usarla e sanno lavorare ai ferri maglioni, abiti, canotte. I soldi (che arrivano con la pensione e l’aiuto di qualche figlio emigrato) servono a pagare le bollette di tutti.