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 2005  settembre 20 Martedì calendario

Giugliano Domenico

• Nato ad Avellino il primo luglio 1973. Calciatore. Sposato con la schermitrice Valentina Vezzali. «Quando annotai il suo nome sull’agenda, scrissi Pezzali. Sì, con la ”P”: Valentina mi corresse con gentilezza e non mi mollò...[...] Lei è un’atleta di livello mondiale, io al massimo ho giocato, e nemmeno a lungo, in serie B... Fate voi... Insomma, ci sta. Invidioso o geloso dei suoi successi? No, ci mancherebbe: solo felice ed entusiasta [...] Ho fatto tanta serie C: Campobasso, Avellino, Battipagliese, Nocerina, Viterbese, Taranto, forse tralascio qualche squadra; e uno spicchio di B, ad Ancona [...] Mi accontenterei di rimanere stabilmente in serie B... Quest’anno è andata di nuovo male: ai playoff siamo stati bocciati dal Catania. Sì, ormai la A è un sogno. Penso sarebbe realizzabile solo se finissi in una squadra che, come Modena o Como, fa il grande balzo in un paio di stagioni. Il guaio è che non so ancora dove giocherò, nella prossima annata [...] Ho conosciuto Valentina all’Universiade 1999. Ero reduce da Cuba, accettai di partecipare a quella manifestazione un po’ per riprendere la forma e un po’ per rilassarmi: non era un evento stressante [...] Dopo l’Universiade sono andato in ritiro con l’Avellino. Ci siamo risentiti, ha funzionato. Non so se è stato un colpo di fulmine [...] romantica, dolce, schietta, si appassiona a tutto quello che fa. E quando si emoziona, mi fa tenerezza [...] troppo istintiva, ma è la ”deformazione” che le ha dato la scherma. Se non fosse così, probabilmente non vincerebbe tanto. Io però le ho detto: ”Valentina, bisogna scindere lo sport dalla vita; quello che è un pregio da un lato, non lo è da altri punti di vista” [...] Ho visto tanti grandi campioni che a volte si arrendono; lei no, non lo fa mai. E dopo una sconfitta, adesso, diventa più forte: capisce dove ha sbagliato e si corregge. Tra le sue qualità, infatti, c’è pure la testardaggine. ammirevole, è un animale da vittoria [...] Ho capito che è difficilissimo stare in pedana. La maschera, la tuta, il caldo... Sembra facile tirare di scherma, ma non è così. Comunque di tanto in tanto mi alleno con Valentina: è utile per i riflessi e per la velocità. Un calciatore ha muscoli e reattività differenti, però l’ultima volta ho piazzato cinque stoccate: lei si è pure arrabbiata» (Flavio Vanetti, ”Corriere della Sera” 22/6/2002).