MACCHINA DEL TEMPO GENNAIO FEBBRAIO 2005, 19 settembre 2005
Palloni. Il pallone giallo apparso per la prima volta in campionato in Juve-Fiorentina e Inter-Bologna del 10 novembre è l’ultimo di una serie storica che comincia in Cina duemila anni fa: palloni imbottiti di capelli di ragazza per giocare lo tsu-ciu (in Giappone si adoperava una vescica d’animale gonfiata di aria)
Palloni. Il pallone giallo apparso per la prima volta in campionato in Juve-Fiorentina e Inter-Bologna del 10 novembre è l’ultimo di una serie storica che comincia in Cina duemila anni fa: palloni imbottiti di capelli di ragazza per giocare lo tsu-ciu (in Giappone si adoperava una vescica d’animale gonfiata di aria). Nel Cinquecento i più importanti fabbricanti di palle e palloni erano i napoletani, ma le palle di gomma furono inventate dai messicani, ricorrendo al caucciù. I palloni da calcio di inizio ’900 erano pezze rettangolari di cuoio cucite dall’interno e messe intorno a una vescica di gomma rossa. La cucitura finale finiva all’esterno e spesso chi colpiva di testa si feriva: ecco perché i calciatori mettevano spesso un fazzoletto intorno alla fronte o un cap (berretto). Questa cucitura esterna sparisce al mondiale brasiliano del 1950 (intanto le caratteristiche del pallone – peso, volume ecc. – erano state codificate), dove il pallone, fino a quel momento non perfettamente sferico, è diventato davvero rotondo. Nel mondiale cileno (1962) arriva il colore bianco, otto anni dopo, in Messico (è il mondiale di Italia-Germania 4-3), ecco Telstar, il primo pallone bianco e nero, e firmato (Adidas). L’evoluzione successiva, la più importante (durerà vent’anni), arriva in Argentina (1978): il pallone è fatto di 32 tessere pentagonali ed esagonali su cui sono disegnati 20 triangoli stilizzati. La grafica fa vedere meglio a tutti, sia in campo che in tv. In Spagna (1982, quando vinciamo noi) sparisce il cuoio, sostituito da un composito di pelle e poliuretano, che rende il pallone, il Tango, impermeabile (quando piove non aumenta troppo di peso). Nel ’90 appare la schiuma di poliuretano, che tra l’altro rende il pallone più veloce. Nel ’98 in Francia ci si ficcano dentro microsfere piene di gas che rendono più controllabili le traiettorie e si sperimentano anche palloni multicolori, andando dietro a studi di oculistica secondo cui i bastoncelli dell’occhio umano sono più ricettivi ai colori che al bianco e nero.