MACCHINA DEL TEMPO GENNAIO FEBBRAIO 2005, 19 settembre 2005
Nome scientifico Punica granatum, considerato il re dei frutti per il suo picciuolo a forma di corona, il melograno ha dato il nome alla città di Granada e da sempre è considerato il frutto della fertilità
Nome scientifico Punica granatum, considerato il re dei frutti per il suo picciuolo a forma di corona, il melograno ha dato il nome alla città di Granada e da sempre è considerato il frutto della fertilità. Albero leggendario di antica tradizione, era anche simbolo dell’esuberanza della vita. Non a caso i pittori dei secoli XV e XVI mettevano spesso una melagrana nella mano di Gesù Bambino, alludendo alla nuova vita donataci da Cristo. In Grecia questo frutto era sacro a Giunone e a Venere, mentre le spose romane usavano intrecciare rami di melograno tra i capelli. Nella tradizione asiatica il frutto aperto rappresenta abbondanza e buon augurio, le spose turche lo lanciano a terra perché si dice che avranno tanti figli quanti sono i chicchi usciti dal frutto spaccato. Pianta originaria della Persia e dell’Afghanistan, cresce spontanea dal sud del Caucaso al Punjab ed è diffusa fino in Estremo Oriente, oltre che nei Paesi del Mediterraneo. Il suo fusto può arrivare a cinque metri d’altezza, è molto ramoso, contorto, con una corteccia rosso-grigiastra e rami spinosi. Le foglie sono oblunghe, rigide e lucide. I fiori scarlatti sbocciano all’estremità dei rami da maggio a luglio. Il frutto è una grossa bacca coriacea, tondeggiante, di colore giallo-arancio, divisa al suo interno in sette-quindici cavità dove si trovano i semi, avvolti da una polpa succosa e trasparente. Ricchissimo di vitamine A e B, nell’antichità era tenuto in grande considerazione per le sue proprietà terapeutiche: già 4.000 anni fa gli egizi conoscevano le proprietà vermifughe della sua radice. La corteccia del frutto, ricca di tannino, è ancora usata in Africa del Nord e in Oriente per conciare il cuoio. Con la buccia essiccata si ottiene un ottimo colorante: un caratteristico giallo tendente al verde che è stato ritrovato perfino in alcune tombe egizie.