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 2005  settembre 19 Lunedì calendario

Westerwelle Guido

• Bad Honnef (Germania) 27 dicembre 1961. Politico • «[...] leader della Fpd [...] ha sempre avuto una certa difficoltà a essere preso sul serio dalla sua stessa gente [...] un avvocato figlio di un avvocato, cresciuto senza madre e con tre fratelli. Una famiglia di uomini, dove i ragazzi dovevano badare a se stessi e non c’era tempo per commiserarsi o fare lunghi discorsi sui sentimenti. Al massimo, una pacca sulla spalla. Guido segue la strada del padre, studia legge, diventa come lui avvocato a Bonn. Ma intanto, a 19 anni, entra nel partito, tre anni dopo è il leader dell’organizzazione giovanile, nel ”94 lo eleggono segretario nazionale. Si dà una missione: dare autonomia alla Fdp, toglierle l’immagine di raccoglitore di voti per la maggioranza. bello, giovane, incauto: accetta pure di passare una giornata nella casa del Grande Fratello. Lo chiamano ”Spass Politiker”, il politico che si diverte. Vive a Charlottenburg, il quartiere borghese di Berlino. Tre volte alla settimana si mette un cappellino da baseball in testa e va in palestra. Per le vacanze sceglie l’Italia o la Spagna, gioca a beachvolley sulla spiaggia, va in barca a vela o in mountain bike. ”Io sono un tedesco della Renania - dice di sè -. Sono allegro, ottimista e dico sì alla vita. Credo che sia più difficile convincere la gente a imboccare una nuova strada se le si ripete che la fine è vicina”. La svolta, nella sua vita pubblica come in quella privata, arriva con le elezioni del 2002. Si è posto l’obiettivo del 18 per cento, si è fatto addirittura stampare il numero sotto la suola delle scarpe. Incassa il 7,4. Il partito è in crisi, non è abituato a stare all’opposizione, per decenni ha governato ora con la Cdu/Csu, ora con la Spd. Westerwelle pensa di tornare a fare l’avvocato. ” stato il periodo più difficile della mia vita politica - dirà anni dopo -. Ho dovuto raddrizzarmi da solo”. un nuovo inizio anche personale: smette di nascondere la sua omosessualità e si mostra in pubblico con il compagno. Molti, nel partito, temono un calo di consensi. Invece da allora la Fdp riprende a vincere: torna al governo in vari Laender e nel 2004 entra nel Parlamento europeo. La ragione del successo, per Westerwelle, è chiara: ”Noi facciamo una buona politica e abbiamo obiettivi seri. Abbiamo un programma rigoroso ma lo proponiamo con la necessaria dose di ottimismo e allegria”. [...]» (m.ver., ”La Stampa” 19/9/2005). «[...] Il ”peggior presidente che la Fdp abbia mai avuto, un uomo senza contenuti liberali” (l’ex ministro degli Esteri di Kohl, Hans-Dietrich Genscher)[...] ha portato i liberali al 9,8 per cento, ben oltre la soglia che consentiva loro di co-governare con Helmut Kohl. [...] Inconsistente, spaccone. Così lo definisce lo ”Stern” [...] Il teorico della Spassgesellschaft (la società del divertimento), che compare al Big Brother tedesco e fa storcere il naso, prima che agli avversari, ai compagni di partito. [...] Un eterno ragazzino. [...] passa con nonchalance da una chiacchierata con l’altro gaudente, il postcomunista Gregor Gysi, alla lettura delle pagine della Borsa. Però a un partito senza idee (’Quale società vuole la Fdp?”, si chiedeva lo ”Stern”), lui ha prestato un volto. O meglio, un personaggio. Telegenico e naturale. Che altro può essere un politico che confida a tre giornalisti, coi quali sembra incontrarsi per caso, a telecamere aperte, che lui di essere gay non l’ha mai negato. Outing tardivo. Ma indolore, leggero. Veloce, lo è stato anche nel cambiare tattiche. Ha imparato la lezione del voto del 2002, quando ha scelto uno slogan disastroso, 18, come la percentuale alla quale mirava, per poi dover spiegare alle telecamere che il 7% delle urne non era una disfatta. Ha ridotto il programma a due parole chiave: meno burocrazia e, soprattutto, meno tasse. Ambisce a fare a destra l’operazione che i Grünen hanno fatto a sinistra: un partito che piace ai giovani. ”La nuova Fdp è liberale in economia, liberista nel sociale: ma non ha saputo trasformare queste opzioni in un progetto etico” dice Franz Walter. Ma, in fondo, che questo partito fatichi a far conoscere il proprio programma, per Westerwelle è secondario. Tanto, c’è lui che risponde sempre al telefono, sorridendo: ”Hier ist Guido!” (Qui c’è Guido!)» (Ma. G., ”Corriere della Sera” 19/9/2005).