Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  settembre 19 Lunedì calendario

LEONE

LEONE Antonio Putignano (Bari) 16 gennaio 1948. Politico. Deputato. Di Forza Italia (dal 1996) • «’Ma che politica. Donne! Le barzellette che ci raccontiamo con Berlusconi parlano di donne. Sesso. Intrighi. Difetti, fisici e caratteriali. Il presidente è uomo di profonda ironia e autoironia: sa sdrammatizzare, conosce l’arte comica di volgere il pianto in riso, la tragedia in farsa. E sa ridere anche di se stesso”. Antonio Leone, vicepresidente dei deputati di Forza Italia e grande raccontatore di storie, non va però confuso con l’Alvaro Vitali del berlusconismo. Il suo eloquio ricorda piuttosto l’Aristotele della purtroppo perduto libro della Poetica dedicato alla commedia. ”L’umorismo che piace al presidente nasce dal rovesciamento dei ruoli, dalla simpatia naturale, dalla conoscenza degli uomini e delle cose - argomenta Leone -. Lo spirito di Berlusconi si inserisce nella tradizione del grande umorismo italiano: Dapporto, Bramieri, la rivista televisiva [...] E poi la commedia anni Settanta. E il cabaret anni Ottanta [...] come quello di Drive In [...] Però non ho l’incarico ufficiale di trovare le sue barzellette. E lui non mi assicura un seggio in Parlamento per questo. Sono il vicecapogruppo vicario dei deputati di Forza Italia, ho 180 persone sotto”. Il vice di Elio Vito potrebbe incarnare un ruolo-chiave nella mitopoiesi, nella creazione della leggenda di Berlusconi: accanto a Scapagnini che veglia sulla sua quasi-immortalità, al mistico Bondi nel convento di Arcore, al musico Apicella, mancava il vate della barzelletta. Nel suo saggio Il teatrone della politica, Filippo Ceccarelli indica nel dirigente di Mediaset Carlo Momigliano il collaudatore delle storielle del Cavaliere: se non ride, muoiono lì; se ride, si possono raccontare. L’on. Leone nega però di essere il creatore e il collettore; almeno, non l’unico. ”Non c’è nulla di scientifico; è tutto spontaneo. E non racconterò mai una delle nostre barzellette a un quotidiano [...] Alcune sono irripetibili fuori dal contesto: le cene dei deputati di Forza Italia con il presidente, i momenti di relax a fine giornata, le pause del lavoro. Non è un modo di evitare i problemi, fa parte della nostra natura di uomini liberi, cui piace ridere, scherzare, comunicare con la gente [...] Ma non è Berlusconi o uno di noi a inventarle - spiega Leone -. La barzelletta è creata dal popolo. Il presidente le ascolta, le apprezza, ne ride. E le racconta [...] Raccontare barzellette, come facciamo noi, significa amare la gente, e saperne captare la benevolenza. [...]”. Leone è simpatico fin dalla giovinezza: nato a Putignano, cresciuto a Manfredonia, ”città di grandi carnevali”. La vita l’ha portato a occuparsi pure di cose serie: avvocato penalista, in Parlamento dal ’96, ha fatto parte della Commissione stragi. In Berlusconi ha apprezzato, tra l’altro, il grande semplificatore. ”Sono cose che si imparano da ragazzi. Un altro dettaglio abbiamo in comune: anch’io, fino all’università, suonavo nelle orchestrine. Chitarra e basso. Poi mio padre mi ha fatto smettere». Con le barzellette invece ha continuato”» (Aldo Cazzullo, ”Corriere della Sera” 18/9/2005).