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 2005  settembre 17 Sabato calendario

Lagardere Arnaud

• Boulogne-Billancourt (Francia) 18 marzo 1961. Editore. Figlio di Jean-Luc • «Con solo l’8 per cento delle azioni, controlla il gruppo Lagardère che comprende il settore media (libri, stampa, distribuzione e servizi, radio e televisione, pari a due terzi del fatturato), oltre al gigante dell’aeronautica europea e costruttore dell’Airbus 380, Eads. [...]» (“L’espresso” 22/9/2005) • «[...] è famoso per non aprire facilmente i cordoni della borsa. [...] per Lagardère la tv è [...] un’idea fissa, “une fixette” si direbbe nei salotti parigini che lui evita il più possibile. Questa “fixette” è il suo modo per differenziarsi da quel padre che ha fatto tutto quel che ha voluto in vita sua ma che ha rischiato di trascinare nel fallimento tutto il gruppo, quando ha cercato di far nascere La Cinq al fianco di Silvio Berlusconi, presentato allora come craxiano e quindi vicino al presidente François Mitterrand. Un flop clamoroso. [...] Dopo l’acquisto di una parte della casa editrice Editis [...] è diventato il primo editore francese (il secondo europeo dopo Bertelsmann) e assicura di essere già il primo editore di periodici al mondo (con una presenza in 40 paesi). [...] periodici italiani che Lagardère [...] possiede attraverso Hachette [...] “Gente”, “Elle”, “Gioia” e “Eva Tremila” [...] La preoccupazione principale di Arnaud è quella di conservare l’eredità, di non scialacquare, di mantenere il gruppo in buona e dovuta forma finanziaria e la seconda preoccupazione è quella di farlo crescere, di ricentrarlo sui media, di farlo diventare un grande attore mondiale, il più importante, se possibile. Per questo Lagardère si guarda attorno, studia tutto. Alla ricerca dell’occasione sperata, del gruppo da rilevare, dei magazine da mettere in sinergia con quelli che già ha, per produrre meglio e vendere di più a un costo fisso inferiore. “Io sono lui e lui è me”, diceva del giovane Arnaud il padre, Jean-Luc Lagardère [...] Arnaud, figlio unico nato nel ’61 nella periferia parigina ricca di Boulogne-Billancourt, ha penato a conquistarsi spazio e credibilità. Fino a quando, di ritorno dagli Usa dove ha diretto la Grolier, filiale americana del gruppo, ha creato, pioniere in Francia, il fornitore d’accesso alla rete Club-Internet e poi lo ha venduto nel 2000 a Deutsche Telekom, giusto prima che la bolla informatica esplodesse. Nel 2003, eccolo spinto sulla scena. Il destino lo obbliga ad annunciare la morte del padre durante il consiglio d’amministrazione in cui doveva presentare i dati annuali. La notizia non è ancora ufficiale. Arnaud rende omaggio, ma tutti sono stupefatti dalla freddezza, dall’impassibilità apparente. “Ed ora passiamo ai risultati”, dice Arnaud alla fine dell’annuncio. [...]» (Giacomo Leso, “L’espresso” 22/9/2005).