MACCHINA DEL TEMPO GENNAIO FEBBRAIO 2005, 19 settembre 2005
Kyoto. La Russia ha approvato il protocollo di Kyoto, quel patto, sottoscritto nel 1997 da 125 Paesi, che si propone di limitare al 5,2 per cento (rispetto al 1990) l’emissione di gas inquinanti (cioè i gas che provocano il surriscaldamento del pianeta e l’effetto serra)
Kyoto. La Russia ha approvato il protocollo di Kyoto, quel patto, sottoscritto nel 1997 da 125 Paesi, che si propone di limitare al 5,2 per cento (rispetto al 1990) l’emissione di gas inquinanti (cioè i gas che provocano il surriscaldamento del pianeta e l’effetto serra). Perché il protocollo entrasse davvero in funzione, occorreva che a sottoscriverlo fosse un numero di Paesi responsabili di almeno il 55 per cento delle emissioni totali. Poiché Bush nel 2001 aveva ritirato gli Stati Uniti, i Paesi finora sottoscrittori non rappresentavano che il 44,2 per cento delle emissioni. Con la Russia si arriva al 61,6 e il protocollo entra in funzione. Putin ci guadagnerà perché potrà vendere ai Paesi meno virtuosi i suoi crediti ecologici in eccesso, ricavando un utile di cinque miliardi di euro. Gli americani, nella loro ultima dichiarazione, sostengono che Kyoto è costoso e inutile, che nel 2005 investiranno cinque miliardi di dollari sul problema e che entro il 2012 avranno ridotto le loro emissioni del 18 per cento. Un rapporto ufficiale dell’amministrazione Bush, presentato al Congresso alla fine dell’estate, ha ammesso per la prima volta che le emissioni di biossido di carbonio e di altri gas sono l’unica spiegazione per il riscaldamento del pianeta registrato negli ultimi trent’anni. Aria. In Toscana, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna si cerca di prevedere il cosiddetto ”tempo chimico”, cioè gli spostamenti provocati dal vento di gas di scarico, fumi industriali, residui degli impianti di riscaldamento ecc. Si tratta di risolvere in ogni istante 300 equazioni (una per veleno) e di monitorare poi su un’Italia divisa in tanti quadrati il punto dove si trovano gli inquinanti e soprattutto la direzione verso cui si muovono. Poiché le informazioni arrivano dai centri di raccolta più disparati, la previsione è però ancora molto difficile e il margine d’errore alto. Etna. «Ciò che esce dall’Etna e si disperde nell’atmosfera rappresenta un importante ricambio per tutta la Terra: dai giapponesi ai cileni, tutti su questo nostro pianeta respirano l’aria nuova che nasce dall’Etna» (Enzo Boschi). Polo Sud. Gli italiani che tra un anno raggiungeranno la base Concordia, al Polo Sud, 560 chilometri a Nord-Est di Vostok, troveranno temperature di 60, 70 e forse addirittura di 80 gradi sotto zero. Quest’estate la calotta del Polo Sud ha battuto tutti i record di freddo medio: -52 gradi per 72 giorni consecutivi (ricordate che in quell’emisfero le stagioni sono invertite rispetto a noi). Il top è stato raggiunto il 21 luglio: -77,7 gradi sotto zero. Ma il record risale al 23 giugno 1982 (-82,8). Qualche studioso teorizza un nesso tra l’ondata di caldo che ha colpito il nostro emisfero l’anno scorso e quella di freddo che ha caratterizzato l’estate australe quest’anno. Teoria suggestiva, ma senza prove. Però i dati sul Polo Sud smentirebbero l’effetto serra: gli ultimi sette anni sono stati più freddi di 0,6 gradi rispetto al decennio 1957-66. Polo Nord. Mike Horn, nei suoi ottocento giorni di giro intorno al Polo Nord, ha incontrato la temperatura più fredda nella Siberia orientale, dopo aver superato Chukotka e Yakutia: meno 70 gradi. Freddo italiano. Mussolini, che disprezzava il popolo italiano, disse una volta di aver voluto il rimboschimento dell’Appennino «per rendere più fredda e nevosa l’Italia». Onde. Billabong, un’associazione australiana che riunisce i maniaci del surf, ha stanziato un premio di 250 mila dollari per il primo che sarà capace di cavalcare un’onda di cento piedi, vale a dire 300 metri. La previsione generale è che, a provarci, ci si lasceranno le penne: un’onda simile viaggia a 90 all’ora e produce un rombo che si sente a molti chilometri di distanza. Tuttavia, si sono già iscritti alla gara in 64. Ma dove trovare un’onda di quella grandezza? La più grande onda da surf vista e cavalcata finora si è prodotta quest’estate al largo di Maui, nelle isole Hawaii. Ma era alta poco più di duecento metri (70 piedi). L’ha domata un surfista del posto, Pete Cabrinha, di 42 anni. Frutta. Patiti della frutta e della storia cercano, trovano e ripiantano alberi da frutto antichi, praticamente usciti dalla produzione, che sono rimasti per caso in qualche giardino od orto. Ugo Fiorini, che faceva l’ingegnere e adesso è vivaista, sostiene di aver recuperato la mela appia descritta da Plinio il Vecchio e la mela decia, frutta di duemila anni fa. Altre varietà quasi introvabili: la mela limoncella, la calvilla bianca, la diacciola e molte altre. Si può approfondire con il libro di Paolo Pejrone In giardino non si è mai soli (Feltrinelli) o con il sito www.fiora2000.it (tel. 051-800406). Po. I ladri che ogni notte rubano la sabbia del Po hanno fatto abbassare il letto del fiume di quattro metri negli ultimi cent’anni e lo faranno scendere di altri quattro e mezzo nei prossimi venti. L’operazione avviene con draghe il cui rumore molto forte si sente a grande distanza. C’è anche un pericolo per la navigazione notturna perché, per non farsi vedere, i ladri procedono sul fiume a fari spenti. La sabbia del fiume, molto richiesta nell’edilizia, vale 15 euro al metro cubo, i furti assommano all’incirca a dieci milioni di metri cubi l’anno.