Varie, 16 settembre 2005
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Zeilinger Anton
• Ried (Austria) 20 maggio 1945. Fisico. «[...] Barba e capelli rossi e ribelli [...] sembra nato da una sceneggiatura di Hollywood, nei panni dello scienziato perso nelle sue chimere da fantascienza. [...] anni di esperimenti e di studi alla frontiera della fisica quantistica lo hanno [...] candidato al ristretto olimpo dei premi Nobel. E quell’assemblaggio di tubi, specchi, detector elettronici e raggi laser cresciuto nel suo laboratorio potrebbe anche essere ricordato in futuro come il prototipo dei sogni impossibili. Del raggio smaterializzatotr, della macchina del tempo e anche di un rivoluzionario computer quantico di nuova generazione. Tutto nasce da una intuizione di Einstein, ripresa e sviluppata nei suoi aspetti più paradossali dal fisico John Bell a metà degli anni ”60. L’idea che esistano degli stati di simmetria delle particelle (o di entanglement, un termine intraducibile in italiano), descrivibili soltanto nei termini paradossali della fisica quantistica. Un fotone ultravioletto, per esempio, può sdoppiarsi quando un raggio laser attraversa un cristallo di bario. Ne nascono due fotoni infrarossi, a più bassa energia, le cui caratteristiche sono complementari. ”Lo stato di simmetria è una proprietà della materia che sfida ogni logica”, commenta Zeilinger. ” come se si immaginasse una sorta di magia simpatica tra due oggetti distinti, che risentono istantaneamente e qualunque sia la distanza tra loro, di qualsiasi cambiamento che si verifichi su uno dei due”. proprio lo stato di entanglement il segreto e il motoro della macchina per il teletrasporto ideata da Zeilinger. Un fotone, fatto interagire con una delle due particelle accoppiate, salta istantaneamente dall’altra parte, rimaterializzandosi a distanza: una sorta di ”fax più veloce lla luce”. [...] il futuro di questa fisica da fantascienza potrebbe prendere anche una strada molto più commerciale. Nell’elettronica attuale ogni bit di informazione richiede il movimento di migliaia di elettroni. C’è dunque uno spreco enorme e una ridondanza di informazioni che intasa i circuiti miniaturizzati di un chip di silico. Nel computer quantico, a ogni bit sarebbe associato un singolo elettrone e il teletrasporto potrebbe dunque farli viaggiare all’interno del sistema con prestazioni sbalorditive [...] ”Precisiamo subito una cosa. [...] Noi non possiamo teletrasportare la materia. La possiamo però ricreare, del tutto identica, da un’altra parte, trasferendo l’informazione che dà identità e forma alla materia. Ma questo non significa che per questa stessa via non si possano in futuro far viaggiare anche le proprietà degli atomi di ferro che costituiscono una automobile, o addirittura le molecole di un organismo vivente” [...]» (Massimo Cappon, ”Sette” n. 28/2002).