La Stampa 13/09/2005, pag.16 Piero Bianucci, 13 settembre 2005
Lo specchio che vince il buio. La Stampa 13/09/2005. Gli abitanti di Viganella sono soltanto 197 ma un posto al sole lo vogliono anche loro, come i personaggi della telenovela che da anni e anni si gira nella sede napoletana della Rai
Lo specchio che vince il buio. La Stampa 13/09/2005. Gli abitanti di Viganella sono soltanto 197 ma un posto al sole lo vogliono anche loro, come i personaggi della telenovela che da anni e anni si gira nella sede napoletana della Rai. Certo a Napoli il sole non manca. A Viganella, invece, scompare l’11 novembre e ritorna il 2 febbraio. Siamo tra le montagne della valle Antrona, sulle Alpi dell’Ossola, al confine con la Svizzera, e per 83 giorni neppure a mezzodì il sole riesce ad affacciarsi sopra il versante sud della valle scavata dal torrente Ovesca. Ma a Viganella hanno avuto un’idea. Luminosa, è il caso di dire. Il sole potrebbe arrivare nella piazza centrale del paese grazie ad un grande specchio sistemato sul versante opposto, a quota mille metri e a poco meno di un chilometro dal centro abitato. Viganella, insomma, si riscalderebbe ad un sole riflesso. O, per così dire, un sole di seconda mano. Ma sarà sempre meglio dell’ombra malinconica che da sempre si allunga sul paese nel cuore dell’inverno. Peccato che la Provincia del Verbano Cusio Ossola si sia messa di traverso bocciando la proposta. I calcoli sono fatti, il progetto è pronto, e la soluzione è anche scientificamente curiosa. Su richiesta del sindaco Pierfranco Midali, l’architetto Giacomo Bonzani ha individuato una località sul versante nord della valle dove il sole non è nascosto dalla montagna neppure quando tocca la minor altezza sull’orizzonte, il 21 dicembre, giorno del solstizio d’inverno. Qui, con tutte le precauzioni a difesa della natura, verrebbe collocato uno specchio di acciaio inossidabile montato su un telaio mobile, in grado di seguire, mosso da un motore elettrico, lo spostamento del sole nel cielo e di rifletterne la luce costantemente verso la piazza comunale di Viganella. Un apparecchio simile, chiamato celostata, è di uso comune in astronomia ma di solito ha una montatura equatoriale, cioè con l’asse di rotazione parallelo a quello della Terra. L’architetto Bonzani, aiutato da un esperto di meridiane di Modena, l’ingegner Gianni Ferrari, ha invece pensato a una montatura altazimutale, con due assi di rotazione perpendicolari tra loro. La cosa è più complicata, ma oggi i computer risolvono facilmente il problema. Risultato: 40 metri quadrati della piazza comunale riceverebbero la luce del sole anche negli 83 giorni di black out che da sempre affliggono Viganella. Il sito dello specchio si trova a 760 metri dall’abitato e 500 metri più in alto. Per semplificare l’installazione, l’architetto ha disegnato a una schiera di tre lamine di acciaio quadrate con un lato di 3,8 metri. Costo complessivo dell’opera: 94 mila euro. Il contributo richiesto alla Provincia del Verbano Cusio Ossola è però soltanto di 75 mila: la gente di Viganella, per quanto può, vuole fare la sua parte. «La Provincia - spiega il sindaco Midali - ha apprezzato il progetto ma dice che non risponde ai canoni del bando. Dovremo ripresentarlo coinvolgendo altri enti, come la Regione. I vantaggi però sono fuori discussione: oltre a quelli psicologici per la popolazione, avremmo un luogo meno freddo dove svolgere attività sociali. Ancora più importante sarebbe il richiamo turistico. Il caso vuole che da noi il sole scompaia l’11 di novembre, festa di San Martino, per ricomparire il 2 febbraio, giorno della Candelora, straordinaria coincidenza con la festa della luce. Il paese conserva antiche e suggestive tradizioni legate a queste festività: potremmo valorizzarle con vantaggio di tutti.» Ci sono due modi di diffondere luce, osservò la scrittrice americana Edith Wharton: essere la candela o essere lo specchio. A Viganella hanno scelto la seconda via. In un’Italia che per un po’ ha sognato «grandi opere» come il ponte sullo Stretto di Messina, non sarebbe male cominciare da questa, che è un’opera piccola ma utile. Piero Bianucci