13 settembre 2005
CORSANO
CORSANO Mirko. Nato a Casarano (Lecce) il 28 ottobre 1973. Giocatore di pallavolo. Libero. Con la nazionale ha vinto i Mondiali 1998, gli Europei 1999 e 2005, l’argento alle Olimpiadi di Atene (2004). «Quando Ruben Acosta, presidente della Fivb, a metà anni 90 ha cominciato a disegnare la figura del libero, l’ha realizzata sul modello di Mirko Corsano. Già al suo esordio sulla scena, al Mondiale giapponese del 1998, Corsano, era il prototipo di quel giocatore che cambierà l’assetto di una squadra. Non troppo alto, martello tecnico ma non potente, bravo in ricezione, elastico in difesa, concentrato, coraggioso, deciso, punto fermo della squadra in ogni situazione difficile. In quel Mondiale, vinto dall’Italia, Corsano regalò una serie di prestazioni magistrali. Il premio andò a Sullivan, libero Usa, ma le statistiche indicavano che il più bravo era l’azzurro di Ugento. ”Bebeto si arrabbiò moltissimo - ricorda ridendo Corsano - per il furto, come lo chiamava lui. Io non ci ho badato. A me importava che l’Italia avesse vinto il titolo”. [...] ”Debbo tutto a Bebeto. Fu lui a farmi giocare quando arrivò al Maxicono. Ho vinto due scudetti a Parma, anche se non da titolare, ma con lui c’era un bel rapporto e mi utilizzava molto. Quando si annunciò il progetto del nuovo ruolo, mi suggerì di specializzarmi”. Ma cosa prova uno schiacciatore quando si vede relegato oltre la linea dei tre metri? ”Ci resta male. Ho faticato ad abituarmi. Schiacciare mi esaltava, fu un trapasso lento, ma naturale. Nel 1999 giocai a Milano, in A-2, con Travica allenatore e giocai ancora schiacciatore. Poi mi feci male, caviglia prima, poi polpaccio, restai fuori tre mesi. L’anno dopo a Macerata diventai libero a tempo pieno”. Per convincerlo, la convocazione in nazionale. ”Dopo Bebeto, fu Anastasi a insistere perché mi specializzassi. stata dura, perché devi cambiare mentalità. Se sbagli in attacco, pazienza, hai un’altra occasione. Ma se sbagli dietro, o subisci un ace diretto, se ne accorgono tutti. L’errore pesa doppio”. Corsano è così diventato il libero per eccellenza. ”Io e Farina, anche lui partito nel Maxicono, siamo stati i primi a credere nel nuovo ruolo [...]”» (Carlo Gobbi, ”La Gazzetta dello Sport” 1/9/2005).