9 settembre 2005
Tags : Nicolino. Locche
Locche Nicolino
• Nato a Tunuyan (Argentina) il 2 settembre 1939, morto a Mendoza (Argentina) il 7 settembre 2005. Pugile. «’Nicolino Locche incontrerà Arcari il prossimo....”. Basterebbe riempire l’ultima casella per ricostruire una delle grandi epopee della boxe: un Mondiale che non si fece mai, ma che riempì le cronache per quasi un decennio a cavallo degli anni Settanta. [...] l’’Intocable”così chiamato per la capacità di schivare i colpi [...] era figlio di siciliani, ma riuscì a resistere alle offerte che l’organizzatore Rodolfo Sabbatini gli recapitò in Argentina durante i due anni (dal 13 gennaio ’ 70 al 10 marzo ’72) in cui Locche (campioneWba) e Arcari (campioneWbc) si divisero la corona dei superleggeri. Fu una scelta tecnica (Locche soffriva i guardia destra) e opportunistica quella dell’argentino che aveva conquistato il Mondiale nella prima e ultima uscita dal continente sudamericano detronizzando a Kokugikan il giapponese Takeshi Fuji il 12 dicembre 1968 (getto della spugna al 10° round) e poi si era arroccato in casa per 5 difese vittoriose nel mitico Luna Park di Buenos Aires gestito da Tito Lectoure. Le prove generali della sfida più attesa si tennero nel ’71 quando a distanza di sei mesi Locche e Arcari sconfissero lo stesso avversario per il Mondiale: Domingo Barrera Corpas. Così, proprio alla vigilia della sesta difesa, Rodolfo Sabbatini si presentò a Buenos Aires con un’offerta favolosa di 80.000 dollari per la riunificazione del titolo, ma Locche ne chiese 130.000 per venire in Italia. Francisco Bermudez, suo maestro e padre putativo per ben 22 anni, aveva infatti capito che con la sua boxe fatta solo di difese e schivate il suo allievo non avrebbe avuto fortuna all’estero. Finìche Locche sene andò comunque a Panama per mettere in palio la corona col campione locale Alfonso ”Peppermint” Frazer che puntualmente lo sconfisse ai punti. Costretto a ripartire da zero, Locche uscì dall’Argentina di nuovo nel ’73 per andare in Venezuela a fallire l’assalto al Mondiale Wba nella rivincita con Antonio Cervantes e poi a 36 anni si concesse un ultimo scampolo di carriera con 7 incontri tutti vinti che portarono il suo bottino di vittorie a 117 match (solo 14 per k. o.!) contro 4 sconfitte e ben 14 pareggi. [...] aveva battuto Lopopolo (nel ’66 a Buenos Aires) e pareggiato con Laguna e Ortiz quando i tre avversari erano campioni del mondo [...]» (Fausto Narducci, ”La Gazzetta dello Sport” 9/9/2005).