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 2005  agosto 27 Sabato calendario

Delitto di Brescia 27/08/2005 - 4

La ricostruzione. Il Giornale di Brescia 27/08/2005. Speranza, orrore, dubbio. Tre fasi per un un giallo a tinte fosche che da quasi un mese cattura l’attenzione dei media e della gente comune, e il cui primo capitolo è datato sabato 30 luglio. Quel giorno Aldo e Luisa Donegani trascorrono una mattinata come tante altre, tra la casa di via Ugolini e qualche commissione. Telefonano anche al nipote Luciano De Leo (residente nelle Marche) per accordarsi sul suo arrivo a Brescia, previsto per il lunedì. I Donegani vengono visti l’ultima volta nel primo pomeriggio poi, più nulla. L’allarme scatta due giorni dopo, quando Luciano De Leo non trova gli zii ad attenderlo. Il 2 agosto ne viene denunciata la scomparsa dando il via a 18 giorni di attesa. Mentre gli inquirenti mettono subito sotto torchio Guglielmo Gatti, nipote ed inquilino del piano di sopra, vengono ispezionate le zone circostanti l’abitazione della coppia, cominciando dal lago della Fantasina. In un tourbillon di segnalazioni si setacciano l’Aprica, il lago d’Iseo ma degli scomparsi nessuna traccia. La svolta si concretizza dopo Ferragosto, quando spunta l’indizio che porta in Val di Scalve, al passo del Vivione. lì, in un bosco subito definito degli orrori, che i corpi straziati di Aldo e Luisa vengono ritrovati, chiusi in sacchetti di plastica. A questo punto della storia i riflettori vengono puntati su Guglielmo Gatti, posto in stato di fermo dopo il ritrovamento dei corpi degli zii. L’uomo si dice stravolto per la notizia professandosi innocente ma gli indizi a suo carico sembrano non avere fine. Alcuni testimoni sostengono infatti di averlo visto lungo la strada che portano al Vivione e sembra proprio che Gatti abbia soggiornato, la notte tra il 30 ed il 31 luglio, nell’hotel Giardino di Breno. Ad inchiodarlo poi ci sarebbero il sangue degli zii nel suo garage e nella sua auto, lo scontrino di un supermercato, le cesoie trovate vicino alla scena del delitto e che Gatti avrebbe acquistato. Davanti agli inquirenti, l’uomo rimane in silenzio, ma la sua posizione è sempre più grave.