Giornale di Brescia 27/08/2005, pag.6 Marco Bonari, 27 agosto 2005
Delitto di Brescia 27/08/2005 - 2
In cento nei boschi dell’alta valle. Il Giornale di Brescia 27/08/2005.Il cerchio si sta stringendo tra l’Aprica e il Vivione. Primo perché nella Valle di Paisco è «spuntato» il «bosco degli orrori»; secondo perché Guglielmo Gatti nella parte vecchia dell’Aprica, a 1200 metri di quota, vanta un appartamento in seno ad una palazzina turistica (in foto); terzo perché gli investigatori sospettano che proprio in quei boschi dell’alta Valcamonica l’assassino possa aver gettato le teste di Aldo Donegani e Luisa De Leo oltre al busto della donna. Si cerca quindi in Alta Valle, quasi per esclusione, partendo dal presupposto che tutti resti dei due cadaveri siano stati disseminati in quelle aree montane. Alla lente d’ingrandimento, quindi, da oggi nuovamente i boschi ed i canaloni che accompagnano la provinciale 294 che da fondo valle, da Cedegolo sale al passo del Vivione e quindi approda nella terra orobica di Schilpario. Ma anche la zona che da Corteno Golgi sale all’Aprica e poi su ancora verso il Mortirolo e il versante valtellinese fino a Trivigno. Le ricerche - dopo una prima battuta nelle scorse ore - riprendono oggi, in gran forze. Perché sono un centinaio gli uomini del Soccorso alpino, della Protezione civile e del Corpo forestale dello Stato che entreranno in azione da questa mattina, dalle 7. Saranno divisi in squadre a cui verrà affidata un’area da battere palmo a palmo, da setacciare da nord a sud senza tralasciare un metro. Gli uomini della Protezione civile rastrelleranno i boschi mentre i rocciatori del Soccorso alpino allungheranno gli occhi nelle zone più impervie, nei canaloni e lungo i dirupi a ridosso di torrenti e strade in alta quota. A coordinare le ricerche sarà, ancora una volta, la Forestale che vanta una certa conoscenza del territorio. Obiettivo è cercare gli eventuali resti dei coniugi Donegani e qualsiasi indizio che possa risultare utile all’inchiesta... qualsiasi traccia che, quanto meno, sia riconducibile a questa storiaccia. Evidentemente gli inquirenti non vogliono tralasciare alcuna pista. E per la ricerca delle teste e del busto di Luisa De Leo partono proprio da quei luoghi che Guglielmo Gatti potrebbe conoscere piuttosto bene, aver frequentato anche in passato e raggiunto facilmente in quei giorni «incriminati». Sull’Alta Valcamonica, o meglio sull’area del Vivione e dell’Aprica gli occhi degli investigatori bresciani sono già puntati da giorni. E una prima battuta di ricerca - con una sessantina di uomini impegnati - è già stata messa a segno passando alla lente d’ingrandimento la zona che dal Mortirolo scende verso il paesino di Trivigno e Pian di Gembro, la valletta di Corteno Golgi e i torrenti Aprica e Ogliolo: il primo scende verso Stazzona, in Valtellina, mentre il secondo attraversa San Pietro per approdare a Edolo. Marco Bonari