Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  agosto 29 Lunedì calendario

Delitto di Brescia 29/08/2005 - 1

In uno scontrino le chiavi della mattanza. Il Giornale di Brescia 29/08/2005. Braccio di ferro tra accusa e difesa. Con la prima che rimpolpa, quasi quotidianamente, il fascicolo d’indagine con elementi - racimolati nella villetta di via Ugolini - ritenuti importanti e con la seconda che sta per scoprire le carte in tavola. Primo passo? L’istanza di scarcerazione di Guglielmo Gatti - ora accusato del duplice omicidio degli zii - che il suo legale, l’avvocato Luca Broli, depositerà - deve farlo entro domani - al Tribunale del riesame. Ma poi c’è pure la nomina dei periti della difesa, la cui rosa di nomi sarà presentata oggi in Procura. In realtà accusa e difesa devono fare i conti tanto con una serie di prove che incastrerebbero l’unico indagato, il nipote dei coniugi Donegani, ossia Guglielmo Gatti, quanto con una raffica di interrogativi che ancora aleggiano attorno a questa storiaccia. E frenetica pare l’attività su entrambi i fronti. La Procura - attraverso la mano esperta dei carabinieri del Ris di Parma - sta ancora passando al setaccio quella che è ritenuta la scena del crimine, ossia la villetta di via Ugolini alla ricerca evidentemente di prove che consentano di far quadrare, definitivamente, il cerchio. Contemporaneamente si cerca l’arma del delitto e i resti di Aldo e Luisa Donegani che ancora mancano all’appello, battendo palmo a palmo non solo il «bosco degli orrori» ma pure mezza Alta Valcamonica. La difesa sta studiando il caso passo dopo passo, in una sorta di contro indagine, o meglio di ricostruzione su quei tre giorni «incriminati» che vanno dal 30 luglio al 1° agosto. E l’avvocato Luca Broli - che ieri mattina è salito in Valcamonica per un sopralluogo alla ricerca di riscontri e poi in via Ugolini, riservandosi il pomeriggio per ripassare alla lente d’ingrandimento il fascicolo d’accusa - continua a macinare ore e ore di colloqui con il suo assistito, a Canton Mombello. Evidentemente la linea difensiva, nella sua complessità, è già stata tracciata, mentre il quarantunenne Guglielmo Gatti - ancora in isolamento - continua, per voce del suo legale, a pronunciarsi innocente, «estraneo alla vicenda». Ma torniamo all’accusa, o meglio alle complesse indagini che ruotano ormai attorno a microscopi, provette, tamponi... insomma la partita è in mano alle tute bianche dell’Arma e ora pure agli esperti nominati dai pm titolari dell’inchiesta, ossia dai sostituti procuratori Paola Reggiani e Claudia Moregola. Ma una svolta potrebbe arrivare da un «semplice» scontrino fiscale. Già, perché una delle chiavi dell’omicidio e della successiva mattanza sta nella ricevuta che sentenzia come quelle cesoie «incriminate» siano state acquistate quel famigerato sabato 30 luglio insieme ad altri attrezzi. Gli stessi che potrebbero aver avuto un ruolo nella sequenza criminale, utensili ritenuti compatibili con l’atroce delitto ma che ancora mancano all’appello. altresì vero che non esiste, per ora, un collegamento tra quell’acquisto effettuato in un centro di bricolage della Mandolossa e Guglielmo Gatti. Ma si sa che chi ha acquistato quelle cesoie (ritrovate non lontano dalla provinciale 295 del Vivione e utilizzate per fare a pezzi i corpi dei Donegani, perché il sangue, o meglio il Dna parla chiaro) si è portato a casa pure due grossi taglierini, due mazzette da muratore, dei flaconi di detergente universale, della segatura in grande quantità e alcuni catini in plastica. In questa lista della spesa potrebbe celarsi anche l’arma del delitto o quanto meno tutto il necessario per depezzare dei corpi e poi per ripulire la scena del delitto; essenziale infatti la segatura ed il detergente universale. Marco Bonari