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 2005  agosto 31 Mercoledì calendario

Delitto di Brescia 31/08/2005 - 1

Gatti ripete: «Sono innocente». Il Giornale di Brescia 31/08/2005. Sempre più deperito, sempre più allibito, sempre più convinto della sua innocenza. A Guglielmo Gatti interessa poco che fuori da Canton Mombello si dica, ma senza conferme ufficiali, che altre tracce di sangue (oltre a quella sospetta di un piede scalzo tra i due garage) sarebbero state rinvenute e messe in cima alla pila di quelle che, già da sole, hanno il peso per schiacciarlo. A lui, in carcere dal 17 agosto con l’accusa di aver ucciso e brutalmente sezionato Aldo Donegani e Luisa De Leo, interessano solo la sua certezza: quella versione che, a quanto riferisce il suo legale, trova credibilità nelle «discordanze e anomalie - ha detto ieri l’avvocato Broli uscendo dal carcere - che emergerebbero sottoponendo ad ulteriori approfondimenti gli atti d’indagini sin qui compiuti. Spetterà poi al Tribunale del riesame valutarle». Ad alimentare la speranza di Gatti di vedere accreditate le sue dichiarazioni anche «riscontri - prosegue Luca Broli - che abbiamo trovato e che paiono sovrapponibili con la sua ricostruzione». Il 41enne, insomma, oltre ad avere una versione dei fatti diversa da quella degli inquirenti, avrebbe anche le chiavi per attribuirle credibilità. Per ora però le dà in mano solo al suo legale. Non certo alla Procura che, ieri, l’ha convocato per il quarto interrogatorio in due settimane e che, per la quarta volta consecutiva, l’ha dovuto congedare senza aver ottenuto da lui la benchè minima dichiarazione. Da quando Gatti entra alla caserma Masotti di piazza Tebaldo Brusato a quando da lì esce passa giusto il tempo per formalizzare il suo silenzio. «Il mio assistito si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ci sarà tempo e modo per farlo. Abbiamo presentato ricorso al Tribunale della libertà, quella sarà l’occasione giusta». Fino al 7 settembre, giorno ipotizzato per l’udienza del riesame, l’accusato, il suo legale e i consulenti che lo assistono si dedicheranno solo al fascicolo. Un faldone dal quale, intanto, l’avvocato Broli ha «tratto convincimenti ed interpretazioni differenti da quelli degli investigatori». Convincimenti che nella testa dell’unico accusato si trasformano in meraviglia. «Il mio assistito - ha riferito Luca Broli -, si meraviglia del fatto che alcune operazioni siano state fatte in ritardo rispetto al momento in cui potevano essere eseguite». Identico stupore e dubbio Gatti prova circa le nuove tracce che ogni giorno emergerebbero a suo carico. Al proposito l’avvocato frena: «Bisognerà vedere se gli accertamenti corrisponderanno a verità». Il faccia a faccia tra difesa e accusa, insomma, prosegue. Mentre Luca Broli continua nei suoi colloqui e nei suoi sopralluoghi (l’ultimo è stato effettuato lunedì a casa Gatti, il penultimo domenica sulle strade della Valcamonica), gli investigatori non stanno certo con le mani in mano. Al centro della loro attenzione, messe almeno per il momento in stand-by le ricerche in montagna, è sempre la villetta dei Donegani in via Ugolini. Dopo il vertice in Procura di lunedì e la decisione, presa nel corso di quest’incontro, di interrogare nuovamente Gatti, tutti si attendevano sarebbero emerse nuove tracce. E queste, anche se sprovviste della conferma ufficiale, sono puntualmente comparse. Eccezion fatta per quelle degli investigatori, consegnati al più stretto riserbo, dalla mattina fino al tardo pomeriggio si sono alternate diverse voci. A cominciare dal presunto rinvenimento di nuove macchie di sangue nell’appartamento di Gatti (cucina?) per arrivare all’impronta di un piede scalzo (insanguinata?) tra i due garage. In mezzo anche una «smentita»: la macchia rinvenuta dalla Scientifica nell’appartamento del nipote qualche giorno fa non era sangue, ma vernice. Pierpaolo Prati