Giornale di Brescia 02/09/2005, pag.9 Pierpaolo Prati, 2 settembre 2005
Delitto di Brescia 02/09/2005 - 2
Piange gli zii e non molla. Il Giornale di Brescia 02/09/2005. Tre ore e mezza a Canton Mombello. Per fare il punto della situazione. «Per uscire con maggiori convinzioni». Tre ore e mezza che caricano sia l’avvocato che il suo assistito, insieme di nuovo ieri, dopo la pausa forzata di mercoledì. «Abbiamo avuto un lungo colloquio per chiarire - dice Luca Broli all’uscita da Canton Mombello - alcuni aspetti del fascicolo. Un confronto davvero utile che mi ha permesso di registrare una volta di più la certezza del mio assistito circa la sua estraneità ai fatti». Certezze che affondano tanto in riscontri oggettivi che in valutazioni soggettive. Queste ultime riguardano l’approccio metodologico che hanno avuto gli investigatori nei confronti del caso dell’estate. «Oltre alle numerose incongruenze - ha detto Broli - degli appunti vanno mossi anche nei confronti delle scelte compiute. Si è indagato a senso unico e, nonostante questo, sono stati commessi degli errori». L’avvocato specifica. «Ci sono elementi nel fascicolo che possono essere interpretati in senso non colpevolista». A questi andrebbero aggiunti quei riscontri che la difesa ha già raccolto, sta raccogliendo e cercherà di raccogliere anche in futuro. «Ci sono elementi che rafforzano la nostra linea difensiva». Si parla di alibi, senza pronunciare la fatidica parola, ma dandogli dei contorni, attribuendogli una sostanza. A dire che Gatti non sia stato in Vacamonica nei giorni sotto inchiesta «ci sono occhi umani, occhi meccanici che hanno potuto registrare il suo passaggio - prosegue l’avvocato - e scontrini che hanno potuto documentare i suoi spostamenti. Quello che continuiamo a chiederci è come mai queste cose non siano mai state considerate». La domanda arrovella la mente di Guglielmo Gatti che intanto compie il suo sedicesimo giorno di isolamento e che sta sempre peggio, «ma solo dal punto di vista fisico. Sotto il profilo psicologico è sempre più combattivo e mi chiede in continuazione di non lasciare nulla di intentato. Reagisce con una forza notevole a tutto lo stress al quale è sottoposto: qualche giorno fa gli ho dovuto far vedere le fotografie dei resti dei suoi zii: ha avuto una reazione straziante, un pianto disperato». Pierpaolo Prati