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 2005  settembre 02 Venerdì calendario

Delitto

«Gatti non c’entra, è un delitto a più mani». Il Giornale di Brescia 02/09/2005. Finalmente soli. "Privatamente" davanti all’avv. Luca Broli, difensore di Guglielmo Gatti, ti viene da dire così, finalmente soli. Dall’assassinio di Aldo e Luisa Donegani, appena si scopre in città una parabola televisiva, una volta su tre ci sta sotto lui, 33 anni, faccia d’angelo, un eloquio bresciano su un tratto anni Sessanta, tipo James Dean. Reclamiamo lo status biografico, chiedendodgli se mai quella benedetta madre Carla Broli, centenaria madre canossiana, madre di un sacco di bene, sia sua parente. « mia zia. Mi ha sempre tenuto una mano sulla testa...». Anche nell’affaire Gatti? «Quando una madre ti tiene la mano sulla testa, te la tiene sempre». Lei da dove viene? «Sono un bresciano di Brescia, 33 anni, amore per la professione, studiando a Parma e facendo la maschera al Grande». Per soldi? «No. Era bello studiare, ascoltare musica, teatro e sentire pure qualche battuta dell’on. Marti- nazzoli . Mia madre è stata insegnante, ma con 3 maschi, 2 più giovani di me. Mio padre, assicuratore. Mio nonno è stato direttore della San Paolo, consigliere delle Ancelle della Carità». Dunque, un bor- ghese? «Un bresciano». Maledice le circostanze che le sono venute addosso? «Non sono un ipocrita. Farei ridere mezza città se non dicessi di aver incrociato una importante opportunità. Sarei temerario se non aggiungessi la preoccupazione di essere all’altezza della mia responsabilità professionale». Chissà che feste, i colleghi?! «I giovani colleghi mi mandano e-mail, mi telefonano, mi incitano a tener duro. I colleghi meno giovani non hanno espresso niente. Mi aspettavo una mano sulla spalla...». La gente di ogni giorno, cosa le dice? «Sono un single, esco presto a far la spesa. Proprio questa mattina ho trovato un gruppo di anziani che mi hanno riconosciuto, incitandomi a far la mia parte. I primi giorni ne ho sentite di tutti i colori. Adesso i pareri si mischiano. Ho ricevuto delle minacce. Mitomani. Comunque farò regolare denuncia». Il tempo sta cambiando? «Non è il tempo, il clima che deve cambiare, sono i fatti, le carte, i riscontri, le testimonianze che contano...». Avv. Broli, perchè Guglielmo Gatti è innocente? «Perchè niente è stato verificato di quello che ha detto, perchè non si è avuta la diligenza di verificare elementi che stavano davanti al naso». Scusi, e i testimoni del Vivione? «Gatti non è mai stato al Vivione». E le cesoie? «Ma lei sa che per fare quello che è stato fatto a quei corpi ci vogliono molte mani, ci vogliono strumenti particolari, altro che cesoie. Le cesoie incriminate hanno il diametro di questo togli punti, il diametro di qualche centimetro». Scusi, avv. Broli, e il pernottamento di Gatti all’albergo di Breno? «Non è mai stato all’albergo di Breno. Mi dica quando è uscita questa testimonianza dell’al- bergo? Diversi giorni dopo. «Come mai l’albergatrice esce fuori 15 giorni dopo che Gatti è su tutti i giornali e i telegiornali d’Italia? Non è una testimonianza, come dire, ...genuina». Lei che idea si è fatto dell’assassino dei Donegani? «Credo sia più probabile dire, degli assassini. Un’azione del genere non può essere fatta da una sola persona». Il movente? «Noi qualche idea l’abbiamo su coloro che avrebbero potuto commettere l’assassinio. E abbiamo qualche idea su chi avrebbe potuto averne l’interesse». Chi? «Chi trae qualche beneficio, mettendo fuori gioco due persone come i Donegani e mettendone in frigorifero un terzo, come, appunto, Guglielmo Gatti». Siamo alle teste, avv. Broli, all’insopportabile assenza delle teste... «Le teste non verranno mai fuori perchè potrebbero rivelare gli assassini. Sono la chiave dell’omicidio. Le teste dicono come sono stati uccisi i Donegani». Il luogo dell’omicidio? «Per me tutto è accaduto all’aperto. Serve spazio per compiere una storia così orribile». Dove? «Non sono un conoscitore profondo della provincia. Ho una casa a Caino. Basterebbero le montagne lì dietro. Faccio per dire...». Avv. Broli, qualcuno sostiene che Gatti sarebbe il gigantesco stratega di una enorme premeditazione. Alla base della quale ci starebbe il delitto degli zii. Ma l’omicidio sarebbe quasi il pretesto di una sua insana sfida alla società. Come dire: adesso vi metto tutti nel sacco... «Ho calcolato anche questa ipotesi. Non ci sta. Gatti non è l’uomo delle caverne descritto da molti; Gatti ha le sue amicizie, si contano sulle dita di una mano, ma ci sono. Gatti ha avuto la sua storia sentimentale...». Qualcuno dice che Gatti la "intorterebbe" e lei finirebbe per essere inconsapevolmente più suo portavoce che suo avvocato. «Non è così. Scarto questi pregiudizi sulla base degli elementi raccolti fino ad oggi. Aspetto con ansia la risposta all’istanza di scarcerazione e sono ottimista». Gatti uscirà dal carcere? «Caspita che uscirà. fuori anche la Franzoni! Non c’è alcun motivo perchè ci rimanga. Ho una gran voglia che passino questi giorni per avere in mano l’altra parte del fascicolo dell’accusa. Si domina un processo se si domina l’intera materia processuale. Oggi per me Gatti è innocente al cento per cento». Avv. Broli, se scoprisse che è colpevole, lo difenderebbe ancora? «Sì. Lo difenderei perchè gli possa essere riconosciuta la giusta pena». I suoi rapporti con la Procura come sono? «Inevitabilmente, un po’ tesi». Tonino Zana