Giornale di Brescia 03/09/2005, pag.7 Tonino Zana, 3 settembre 2005
Delitto di Brescia 03/09/2005 - 5
Ricerche dalla mattina all’ultima luce. Il Giornale di Brescia 03/09/2005. Hanno appena trovato due valigie grosse. Cosa saranno? Ogni cosa recuperata viene portata sulla strada, a quasi 2mila metri di altezza, su una stradina larga una porta di calcetto. Un colpo di radio e arriva la station wagon della Protezione civile. Dietro, in una specie di bocca si getta ogni oggetto trovato. Verrà analizzato più tardi, con meticolosità. Intanto la ricerca continua fino a quando c’è luce. Che donne, che uomini questi volontari e dipendenti della varie Protezioni civili, in piedi all’alba, nei boschi a cercare le colpe degli altri, i resti di corpi sezionati da una violenza vista, raramente, anche nei più efferati capitoli dell’orrore. Li abbiamo incontrati per l’intera giornata di ieri, su tutta la dorsale bergamasca e quindi su quella bresciana, lungo i torrenti, il Dezzo, il Povo, il Sellero, sugli strapiombi abilitati a superare i canyon nella sfida della vertigine, nei boschi fitti dove non passa il vento. Li abbiamo visti da soli, con i loro cani addestrati, a strappare plastiche, rovi, ad analizzare zaini, erba, liquidi. Si muovono con coraggio, in silenzio. Ogni tanto una voce, un gracchiare delle ricetrasmittenti e poi avanti fino a quando ci sarà luce. Provate a perdervi, a perdere un vostro caro, ad avere bisogno di aiuto, di qualcuno che scende nell’inferno verde delle valli a rischiare la vita per un prossimo di cui non conosce che il nome e il cognome, quando lo conosce, e vedrete se è retorica quella che maciniamo, appena al minimo, ad onore dei volontari, delle varie sigle volontaristiche e istituzionali del Soccorso. Uno è di Sacca di Esine, ha 20 anni, di un biondino tenero da tirargli via altri 5 anni. Un altro è di Angolo, uno è di Schilpario, un altro di Darfo. Aiutano, non insegnano, e pedalano a tirar fuori dai guai chi di noi batte, in un modo o nell’altro, sugli spigoli della vita e finisce là in fondo. La strada verso il Vivione, risalendo da Schilpario o da Paisco è larga mediamente due metri. Sotto, ai piedi del torrente, quando ormai si è vinta una discesa pericolosa, i soccorritori sbucano da ogni parte. Ieri è stata dissotterrata una scatola di pallottole. «Sono dei bracconieri. Non le possono tenere in casa e le sotterrano nel bosco». Pallottole lunghe così, spiega un soccorritore, molte e funzionanti. «Io ho trovato persone morte, anche dopo anni racconta un altro -. Non si immagina cosa viene buttato nei burroni del Vivione...». L’animo sarebbe meno confuso, se un colpo dello spirito riunisse gli sguardi e i visi di Aldo e Luisa, deponendoli alla vista di uno di questi angeli custodi del soccorso. Tonino Zana