Giornale di Brescia 03/09/2005, pag.7 Tonino Zana, 3 settembre 2005
Delitto di Brescia 03/09/2005 - 4
Il viaggio dell’assassino. Il Giornale di Brescia 03/09/2005. La partita giudiziaria, inevitabilmente, si disputerà anche sul calcolo del tempo, su quante ore abbia impiegato l’assassino ad arrivare lassù, davanti allo strapiombo d’eccellenza di tutto il Vivione, in che modo si sia o non sia liberato da incontri letali per lui e ferali per le vittime. Siamo partiti da Brescia, siamo entrati nella Bassa valle dalla Franciacorta, dopo aver penetrato le gallerie del Sebino. A Boario abbiamo scelto la risalita di Angolo, entrando diritti nella Bergamasca, toccando gli orridi fino a Dezzo. Qui ci siamo specchiati nell’unica telecamera della val di Scalve, al distributore della Tamoil. Le registrazioni sono state ritirate dai carabinieri, sconosciuto l’esito dell’analisi. Dopo Schilpario, per un assassino (o per più assassini) che viaggiavano verso un «burrone speciale», scelto proprio per la sua «specialità» costituita dalla somma dell’altezza e della ripidità, il viaggio si complica, gli incontri e i possibli scontri con le automobili provenienti dall’altra direzione sono più che probabili. Scontati gli incontri ravvicinati, probabili gli scontri, i tocchi delle lamiere. L’assassino o gli assassini sono stati incrociati da più di una persona. Il problema è di capire se esiste la forza, ancora, di osservare chi si incrocia e se si ritrova la concentrazione per fare mente locale. Il passo del Vivione è un’oasi di quiete potente, in mezzo c’è il rifugio 6 stanze, un’accoglienza gentile, la chiusura alla prima neve da metà ottobre. Riflettere sul tempo della chiusura del passo: chi ha gettato parti dei corpi dei Donegani nell’area del Vivione, conosceva il vantaggio che gli avrebbero dato l’inaccessibilità del più vertiginoso burrone e la chiusura del passo. La primavera avrebbe portato un’altra terra, l’inverno avrebbe seppellito tutto il nostro anno. Il resto della sparizione nella gola degli animali. L’andatura è turistica a causa della strada stretta: da Brescia allo strapiombo del ritrovamento impieghiamo un’ora e 55 minuti. Quindi la discesa. Non ci sono tratti su cui guadagnare. Una Ferrari stacca una Topolino di qualche minuto. Il traffico, le gallerie, l’interland che arriva quasi ai mutandoni del lago e, la barriera di Brescia: un’ora e 45 minuti. L’accusa e la difesa faranno i loro conti. Tonino Zana