Giornale di Brescia 04/09/2005, pag.8 Paolo Bertoli, 4 settembre 2005
Delitto di Brescia 04/09/2005 - 2
Riflettori spenti, via Ugolini cerca di tornare alla normalità. Il Giornale di Brescia 04/09/2005. Via Ugolini è un’anonima traversa di via Scarampella, la seconda da Sud, villette ordinate costruite agli inizi degli anni Sessanta. Per quarant’anni una vita da paese, con la gente che si conosce tutta, che sa tutto di tutti. Poi, all’inizio del mese di agosto, viene denunciata la scomparsa di due pensionati, di una coppia che in via Ugolini e di via Ugolini viveva da sempre. Bastano poche ore per capire che proprio lì, nella tranquilla stradina che qualcuno ha definito «una delle ultime strade da sabato del villaggio», si sia davanti ad un autentico mistero. Nel breve volgere di una giornata sulla via sono scesi a decine i giornalisti, con fotografi e operatori delle televisioni. La strada si è presto riempita, di vicini, di gente del quartiere, ma anche da fuori, tantissimi curiosi, spettatori della caccia alla notizia. Passati i frenetici momenti delle corse dei carabinieri, degli amici e dei pochi testimoni tra le caserme e la villetta, via Ugolini ha conosciuto i giorni dell’attesa e la tensione, soprattutto mediatica. Poi la macabra scoperta al Vivione e i riflettori puntati ancora per una decina di giorni. La tempesta ora si è placata, le visite, sempre frequenti, delle tute bianche del Ris non attirano più l’attenzione; qualche timido sussulto solo se si vede lo scooter dell’avvocato Luca Broli. Via Ugolini ha ritrovato una parvenza di tranquillità. In questo sabato pomeriggio di fine estate per la strada non c’è nessuno. Un vento fresco ha fatto volare qualcuno dei biglietti che erano appesi al cancellino di Aldo e Luisa, ha scompigliato i mazzetti di fiori di campo. Nelle giornate di assalto mediatico qualcuno ha voluto mettersi in mostra, raccontando, spesso arricchendo di particolari fantasiosi la vita dei due pensionati, con commenti dapprima sempre lusinghieri e fattisi via via più maliziosi man mano che la «normalità» dei Donegani perdeva di interesse. Solo ora, ad oltre un mese dalla scomparsa dei coniugi , i giardini e gli orti che confinano con la villetta sono tornati ad animarsi. «Sembra tranquillo, ma qui i curiosi continuano a girare» racconta una signora. «In oltre 40 anni che abito qui, non ho mai visto tanta gente passeggiare . Fanno finta di niente, ma si fermano davanti alla casa di Aldo; alcuni per diversi giorni, tanto che ormai li riconosco» . Alla sera poi, quando i curiosi se ne sono andati, chi abita qui scende in strada per chiacchierare. a quest’ora che v ia Ugolini ritorna a parlare davvero di sè, nei racconti di chi ci vive da sempre, da quando la bella palazzina ristrutturata di fronte alla villetta era macelleria per una metà e forneria per l’altra. Del delitto si parla sempre meno e tra i racconti delle vacanze e qualche bicchiere di vino si avverte la voglia di tornare al tranquillo anonimato. Chi conosce davvero questa strada ha idee chiare sulla vicenda e sui protagonisti. «Mi ricordo come fosse ieri quel bel bambino che ci veniva a trovare, lo chiamavamo Guglielmino» racconta un’anziana. «Ma dalla fine delle Elementari suo padre non lo ha più fatto scendere, era gelosissimo anche della moglie. In trent’anni non abbiamo visto salire amici nè parenti. Ora leggiamo che qualcuno crede che gli assassini siano più di uno, che nella casa siano entrate più persone. Ma da qui si vede tutto e noi altra gente non ne abbiamo mai vista». Paolo Bertoli