Varie, 7 settembre 2005
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Bonomo Aldo
• Torino 1929, 1 settembre 2005. Avvocato • «[...] grande esperto in diritto televisivo che è stato il personaggio chiave nella nascita della tv berlusconiana, l’inventore di grimaldelli giuridici che le hanno permesso di esistere e di farsi strada nel Far West degli esordi. Una ”parte fondante del gruppo, oltre che della nostra storia e della nostra famiglia” lo ha definito Galliani, che all’Elettronica Industriale si occupava degli impianti. Bonomo curava invece gli aspetti legali. ”E in quei primi anni, in cui non c’erano norme di alcun genere a cui appigliarsi, noi avvocati facevamo a chi la sparava più grossa” ricorda Alessandro Pace, professore alla Sapienza e per anni avversario di Bonomo nel foro, come legale per conto della Rai, poi anche di Telemontecarlo, l’emittente estera la cui concorrenza era vista da Fininvest come fumo negli occhi. La tattica, spiega Pace, era mandare in avanscoperta gli avvocati con tesi fantasiose ma plausibili, la cui invenzione dipendeva dalla loro abilità, tesi sulle quali in seguito si sarebbero poi modellati i provvedimenti legislativi. In questo Bonomo - di cui Pace ricorda peraltro la ”grande lealtà” - era insuperabile. Sua fu la prima, cruciale formulazione dell’’interconnessione funzionale” che, al tempo in cui le tv private erano solo locali e trasmettere in simultanea sul piano nazioanale era proibito, consentì di mandare lo stesso in onda sul territorio nazionale i programmi, fatti avere in anticipo incassettati (il famoso ”pizzone”). Trovata che fece di Canale 5 il primo network ”virtuale”. Altro successo di Bonomo- che allora lavorava in tandem con l’avvocato Vittorio Dotti, poi estromesso dal gruppo - fu il Mundialito, le partite di calcio dal Messico che decretarono il primo grande successo della rete. I legali Fininvest sostennero che Telespazio doveva concedere il satellite a Canale 5 ”per ragioni di urgenza”, riuscendo a convincere il ministro socialdemocratico delle Poste Di Giesi, contro il parere di Pace che perorava l’opposta ragione della Rai. E la storia dei rilevamenti degli ascolti, fondamentali per la vendita degli spot. Le tv del Biscione allora usavano semplici fogli di carta su cui appuntavano i ricordi dei telespettatori, mentre la Rai aveva un sistema più sofisticato. Ma Bonomo e Dotti affermarono che la tv pubblica non poteva rilevare anche gli ascolti dei canali privati: ”Una tesi sballata”, racconta Pace - ma ottenero un provvedimento di urgenza che bloccò la Rai. Aprendo la strada all’Auditel. Si arriva, tra l’84 e l’85, agli oscuramenti da parte dei pretori delle emittenti ancora ”fuorilegge”. Craxi premier, Amato sottosegretario alla presidenza. Il primo decreto sospende i sequestri ma la Dc lo fa decadere. Il secondo passa grazie al comma che, in parallelo, fa del direttore generale (il dc Agnes) il vero dominus della Rai. Ma solo il terzo decreto compie il miracolo giuridico di trasformare l’autorizzazione a trasmettere da ”provvisoria” a ”transitoria”: fino alla promulgazione della legge di sistema. Varata poi solo nel 1990» (Maria Grazia Bruzzone, ”La Stampa” 7/9/2005).