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 2005  agosto 31 Mercoledì calendario

In cerca di sesso nella lunga notte dell’autostrada. La Stampa 31/08/2005. Livorno. «Ciao, chi sei?»

In cerca di sesso nella lunga notte dell’autostrada. La Stampa 31/08/2005. Livorno. «Ciao, chi sei?». Sono Marco, ho visto il messaggio sulla porta del gabinetto dell’Autogrill. «Richiamami su questo numero» (è un 892..., a pagamento). Va bene. Ciao, sono di nuovo Marco, vorrei vederti. «Dove?». Qui all’Autogrill, devo fare un’ora di sosta stabilita dalla legge, sai per i Tir. «Ora è tardi. Dove sei?». A Chiavari. «Chiama nel viaggio di ritorno, ma un po’ prima di arrivare, ci si mette d’accordo. Ti mando un’amica». Valentina è la prima chiamata dal cellulare in una notte di gallerie e ipotesi di sesso sulla Genova-Livorno. Il Codacons ha compiuto una sua ispezione, con l’appoggio dell’Anas, e ha denunciato scene di eros da piazzola, da area di sosta, con dei punti salienti, come Caravaggio, Sant’Ilario. Qualche sorpresa si trova anche costeggiando la Versilia. Non è, come ci si può aspettare, un mercato dell’eccitazione a cielo aperto. Anzi, Autogrill e distributori di carburante, parcheggi per i «bisonti» e svincoli hanno aria sonnacchiosa. Ma è vero che il filo teso di un sesso che vuol essere occasionale, oppure trasgressivo al limite, oppure da ricordare solo come episodio e non come persone di fatto, esiste. Qui come su altri tratti. E passa soprattutto per i numeri di cellulare nei cessi (dallo scherzo alla professionista o al professionista o, ancora, all’avventuriero o avventuriera che l’ha fatto scrivere da un amico guardone). Graffiti come in carcere e sms come nel 2005. Mentre, al contrario, sulla SS1, l’Aurelia, tra Pisa Nord e Viareggio, c’è una grande esposizione di gambe, tette e culi. Una volta qui, nelle piazzole accanto alle quattro corsie di marcia, c’erano i camper, alcove ambulanti che rendevano difficile l’accusa di «atti osceni in luogo pubblico». La polizia stradale ottenne il divieto di sosta per i caravan. Qualche fanciulla devota al suo impegno decise che la contravvenzione valeva meno dell’incasso. Alla fine, spiega la Questura, chi ci riprova rinuncia subito, perché martellato di controlli. Proprio su uno di questi camper dell’amore di corsa fu trovata ammazzata nel 1997 Margherita Foloni, pestata e soffocata nei pressi di Torre del Lago, nel suo «ufficio» mobile. Caso non risolto, come altri: una taxista, una slava, una ucraina, con sospetti su un militare paracadutista. Nulla di archiviato per sempre: quelle storie sono nei computer di Carlo Bui, il direttore della Polizia scientifica di Roma, alle dipendenze della Direzione Centrale Anticrimine del prefetto Nicola Cavaliere. Ma questa autostrada, percorsa avanti e indietro, non è lo spettacolaccio, l’orrore che fa mettere una mano sugli occhi dei bambini, che crea imbarazzo nel fermarsi a un’area di servizio. E’ un percorso diluito, un sesso assaporato di nascosto ma in mezzo agli altri, a differenza della Statale. 333.67... Valentina è scritto di sbieco in un cesso. Chiami e Valentina si fa richiamare su un 89... Prospetta l’ipotesi di un incontro nel buio accanto alle corsie dove sfrecciano gli altri. Allo stesso numero, però, rispondono che non c’è scopo di lucro, c’è il piacere di incontrarsi, che non necessariamente si finisce a letto, bisogno piacersi. Parlano di qualcosa che somiglia più a una trasgressione che altro, parlano di fidanzati e voglia di vivere altre esperienze. Qualcuna che voleva questo sesso forte l’hanno portata via i necrofori. In due notti di viaggio, di area di sosta in area di rifornimento, non si rimedia male, secondo le inclinazioni. Un travestito, una prostituta che ha il suo stanzino «a due passi dall’uscita di...», un giovane che ha riempito tre gabinetti di messaggi ma è disponibile a un incontro in piazzola subito dopo Sarzana «per una cosa veloce entro le 19». Vuole tornare a casa per le 20: «Sono sposato», dice. O è un altro giornalista che fa l’esca o è un concentrato di solitudine psicologica. In Versilia trovi messaggi a 360 gradi (in alcuni cessi ci sono invece mani di calce che coprono regolarmente le scritte). Alcuni sono palesemente feroci scherzi a un’amica o a un amico, altri attimi di esaltazione poi piombati nella vergogna prima di cambiare il numero. Ma alcuni sono veri agganci. C’è chi si offre di soddisfare una signora per il piacere del marito che guarda. Appuntamento dove? «Torre del Lago», ma indicazioni vaghe: «Devo fidarmi». E’ giusto, sta lavorando. E non è un caso Torre del Lago: confermano anche le forze di polizia che fra gli scambisti è luogo rinomato. Fatti loro, ma chi viene da fuori non lo sa e in autostrada trova l’indicazione giusta, piccola pausa frizzante in un viaggio noioso, dirà chi ama il genere. Trovi anche gente simpatica in questi numeri di telefono, come Michelle (333/etc) con la quale si può ammettere che il camionista è una fandonia. Non ci casca all’idea che non puoi uscire dall’autostrada perché il Telepass del Tir è intestato al proprietario della ditta e dovresti poi giustificare la deviazione. Ammetti: sto facendo un’inchiesta. Michelle ribadisce: «Non lo faccio per soldi, ho un lavoro di tutto rispetto, amo incontrare gente, può piacermi. Il sesso piace alle donne proprio come a voi uomini, ma questo non significa che un incontro diventi eros». D’accordo cara, ma se trovo un numero sulla porta di un gabinetto per maschietti non è che penso a due rose e un cocktail di gamberetti: «Cavoli tuoi. E’ un modo per parlare, il numero a pagamento costa dieci centesimi, mica dieci euro. Ma non ho bisogno di vendermi». E non è meglio un giornale? «Ti ho agganciato così». Marco Neirotti