La Stampa 20/8/2005, Maurizio Molinari, 20 agosto 2005
«I nostri cacciatori, che si tramandano una profonda conoscenza del mare e del ghiaccio, hanno notato mutamenti allarmanti: il permafrost si scioglie e le coste si erodono e arretrano, si allunga la stagione in cui il mare è del tutto libero dai ghiacci e appaiono nuove specie di uccelli e di pesci: civette, usignoli, anatre e salmoni stanno colonizzando aree dove prima non vivevano, e lo stesso vale per le zanzare e le mosche
«I nostri cacciatori, che si tramandano una profonda conoscenza del mare e del ghiaccio, hanno notato mutamenti allarmanti: il permafrost si scioglie e le coste si erodono e arretrano, si allunga la stagione in cui il mare è del tutto libero dai ghiacci e appaiono nuove specie di uccelli e di pesci: civette, usignoli, anatre e salmoni stanno colonizzando aree dove prima non vivevano, e lo stesso vale per le zanzare e le mosche. Si sciolgono i ghiacci, tramutando in torrenti i corsi d’acqua e le condizioni del ghiaccio sono imprevedibili. Gli orsi polari, le foche, i trichechi, alcuni uccelli marini stiano rischiando l’estinzione. Per noi inuit questo significa tra l’altro perdere le nostre fonti di sostentamento. La cultura a cui appartengo va incontro a una rapida trasformazione. E questo cambiamento porta caos e disperazione: ne risentono i nostri ragazzi, tra cui si diffondono il suicidio e le tossicodipendenze» (Sheila Watt-Cloutier al Senato americano, lo scorso settembre, per chiedere un’azione comune contro il cambiamento climatico.