Michele Farina, Corriere della Sera 30/8/2005, 30 agosto 2005
Iraq La televisione irachena, dopo la caduta di Saddam, si è riempita di programmi simil-occidentali, che hanno un successo enorme e - come ha spiegato tante volte Ettore Bernabei - possono modellare culturalmente l’iracheno medio di oggi molto più di mille madrasse
Iraq La televisione irachena, dopo la caduta di Saddam, si è riempita di programmi simil-occidentali, che hanno un successo enorme e - come ha spiegato tante volte Ettore Bernabei - possono modellare culturalmente l’iracheno medio di oggi molto più di mille madrasse. In ”Amore e guerra”, per esempio, si scherza sulla sindrome da checkpoint: Fawzi e la bella Fatwin si stanno sbaciucchiando su una Volkswagen azzurra, ma il freno a mano cede e la macchina scivola dalla cima di una collinetta verso gli americani che la crivellano di colpi (la scena vuol essere comica). Sulla rete Sumeria è stato fatto un concorso canoro che si rifà in qualche modo a ”Saranno famosi”: si sono presentati in duemila, per niente spaventati dalla possibilità di un’autobomba, hanno cantato canzoni dell’era pre-Saddam prendendosi i rimbrotti in diretta (’Hai la voce nasale!”, ”Perché dici usignola invece di usignolo” ecc.).