Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  settembre 03 Sabato calendario

Nagin ClarenceRay

• Nato a New Orleans (Stati Uniti) l’11 giugno 1956. Politico. Sindaco di New Orleans (ai tempi dell’uragano Katryna, 29 agosto 2005). «[...] Non veniva da una famiglia ricca, ma era stato abbastanza furbo da capire che lo studio poteva essere una via d’uscita dalla miseria. Quindi si era iscritto alla Tuskegee University e nel 1978 aveva preso un diploma in Ragioneria: non era roba da premio Nobel, ma bastava a cominciare una carriera. Ray era un ragazzo sveglio e ci aveva messo poco a crescere. La Cox Enterprises, una delle più grandi aziende di comunicazioni nel Sud degli Stati Uniti, aveva bisogno di qualcuno per rilanciare le sue tv via cavo in Louisiana, unico pozzo senza fondo della compagnia che perdeva soldi. Nagin si era fatto avanti, era diventato vice presidente e general manager, e puntando sulla cortesia verso i clienti e le nuove tecnologie aveva ribaltato la situazione. Nel frattempo era diventato pure milionario, perché la Cox aveva ripagato bene i suoi risultati. Da buon ricco, magari affetto dalla’sindrome dello zio Tom” che certe volte contagia i neri di successo, si era iscritto al Partito Repubblicano. Non faceva politica ma donava soldi, al presidente Bush, al potente deputato Tauzin e anche al senatore Breaux, ma solo perché era il democratico più vicino alla Casa Bianca. Per il resto lavorava nella comunità, con i titoli onorifici di presidente dello United Negro College Fund’s e del club 100 Black Men of Metro New Orleans, e viveva nel tranquillo Bayou St. John con la moglie Seletha e i tre figli Jeremy, Jarin and Tianna. Nel 2002, però, qualcosa deve avergli dato alla testa. Era in programma l’elezione del sindaco, con candidati forti come il capo della polizia Richard Pennington e il senatore Paulette Irons. Il dilettante Nagin aveva deciso di presentarsi, finanziando l’intera campagna col suo portafoglio, e come prima mossa era passato al Partito Democratico, perché gli dava più possibilità di vincere in una città nera. Aveva basato il programma sulla lotta alla corruzione e la gente gli aveva creduto, eleggendolo col 59% dei voti, alla faccia dei baroni della politica che lo sfottevano. Ray aveva dimostrato subito che non scherzava, aprendo il mandato con un’inchiesta che aveva portato all’arresto di 84 funzionari comunali: ”Prendevano mazzette - spiegò il sindaco -, e le tangenti non devono più far parte del fascino di New Orleans”. Stesso discorso con la polizia, strigliata perché mettesse la briglia ad una delle città più violente d’America. [...] alla porta del sindaco ha bussato Katrina. Nagin ha ordinato l’evacuazione obbligatoria, ha aperto lo stadio Superdome per chi non poteva andare via, ha proclamato la legge marziale quando gli sciacalli sono scesi in strada, dicendo apertamente che ”ci sono drogati in giro che cercano roba”. La città, però, è caduta lo stesso in ginocchio, e la gente ha cominciato a fare paragoni con l’11 settembre: ”Ray non è Rudy”. Nagin allora è diventato la voce della disperazione, denunciando ”migliaia di morti”. Ha chiamato il presidente che un tempo finanziava e gli ha detto: ”Non basta che voli sopra le rovine. Ci serve tutto: soldati, camion, cibo, acqua, e un John Wayne per riportare l’ordine”. [...]» (Paolo Mastrolilli, ”La Stampa” 3/9/2005).