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 2005  settembre 03 Sabato calendario

Capaccio Jeffrey

• Nato a San Francisco (Stati Uniti) il 16 dicembre 1958. Avvocato. Studia all’Università di Santa Clara, dove si laurea brillantemente. Parla perfettamente francese e italiano, tanto da essere il legale di fiducia del locale consolato italiano. specializzato in diritto commerciale, contenzioso di impresa, amministrazione patrimoniale, transazioni d’affari internazionali. Fa parte dello studio Carr&Ferrell, con sede a San Francisco e uffici collegati a Milano e Roma. Divorziato (l’ex moglie è un’italoamericana) ha un figlio di 7 anni. «Quando la graziosa maestrina Evelina Neve, ventunenne appassionata di musica, nel 1947 lasciò Casarza Ligure stringendo la sua fisarmonica di Castelfidardo (il pianoforte quello no, non aveva proprio potuto portarselo dietro) e si imbarcò per l’America, non avrebbe mai immaginato che un giorno suo figlio Jeffrey, Jeff per gli amici, sarebbe diventato un brillante avvocato di uno studio internazionale esperto in contenzioso aziendale. E compagno di università e quindi amico fraterno del governatore democratico dell’Arizona Janet Napolitano, una tra le più importanti personalità politiche del momento, probabilissima candidata alla vicepresidenza per le elezioni del 2008. E che, soprattutto, avrebbe così tenuto alle sue radici italiane da voler fondare la Sviec, l’Associazione dei manager italiani della Silicon Valley che conta [...] trecento tra i più brillanti ”cervelli” degli Stati Uniti. Una versione del ”made in Italy”, come tiene a sottolineare con il suo accento ligure l’avvocato Capaccio, che va ben oltre l’arte, la moda, la musica e la gastronomia, per andarea collegarsi direttamente con l’inventiva scientifica e tecnologica di Leonardo da Vinci. Tra questi connazionali illustri, Federico Faggin, considerato il padre del microprocessore, Marini e Zapacosta, fondatori dell’azienda leader nel mondo per il mouse, Cosimo Spera, amministratore delegato della A4, azienda di servizi avanzati della telefonia mobile cui si deve il sistema via cellulare che regola a SanFrancisco la ricerca, la prenotazione e il pagamento dei posteggi. [...] All’origine del successo dei Capaccio negli Usa c’è un’appassionata e appassionante storia d’amore. Nel quartiere genovese di San Fruttuoso, in piazza Terralba, viveva la famiglia Capaccio, genitori e quattro figli. Il padre, campano, è un ufficiale dei carabinieri e ha già girato mezza Italia. A Livorno è nato Mario, arrivato a Genova a due anni di età e cresciuto alto, bruno e bello. Con la guerra Mario, come gli altri fratelli, parte per forza per il fronte. Ma la divisa di ufficiale sotto quel regime gli va stretta e con l’8 settembre passa tra le fila dei partigiani. sui monti liguri, con la Divisione Coduri. Ed è là, a Casarza Ligure, dove gente amica aiuta e nasconde i partigiani, che Mario conosce Evelina, elegante, minuta, capelli e occhioni castani. Lei abita nella cittadina dell’entroterra ma è nata a San Francisco, dove la famiglia era emigrata nel 20 lasciando i frantoi per trovare la fortuna con la floricoltura. Erano tornati in Liguria, ma continuando a pensare alla California. Mario ed Evelina si incontrano tra mille difficoltà e rischi. Lei lo aiuta, lo nasconde, lo manda via ogni volta carico di vettovaglie per sé e per gli altri giovani alla macchia. Finisce la guerra, ma non il fidanzamento. I Neve si imbarcano per gli Stati Uniti, questa volta definitivamente. Mario resta a Genova, entra in polizia, prima come vicecommissario a Chiavari, poi commissario a Genova. Ma gli manca la sua Evelina. Allora prende la decisione che cambierà la sua vita. Ex partigiano e ora poliziotto conosce chi può aiutarlo a fare carte false. Fornito di ponderosi documenti che comprovano l’acquisto di una nave (commercio fiorente negli anni del dopoguerra) parte per gli Stati Uniti. Quando gli chiedono: ”Ma come fa a tornare in Italia se ha il biglietto di sola andata?”. Lui risponde sicuro: ”Con la nave che compro”. Invece si precipita a San Francisco per raggiungere la fidanzata e sposarsi. I primi anni lavora con i suoceri, poi si mette in proprio, nel ramo della ristorazione, aiutato dalla moglie. E il nome Capaccio diventa presto sinomino di polli e alimenti congelati. Dopo 11 anni di matrimonio, il 16 dicembre del 1958, nasce Jeffrey. Il nome è americano, ma l’educazione italiana. ”Ho imparato l’inglese quando sono andato a scuola” racconta. Dal padre Jeff eredita l’intraprendenza e la voglia di affermazione, dalla madre la passione per la musica. Anche lui suona una fisarmonica di Castelfidardo, gli piace il jazz e la musica popolare. Suona alle feste, ai matrimoni, e si diverte parecchio. Studia e lavora, come tutti i bravi ragazzi americani. Vuole diventare avvocato. Diventa avvocato, diventa vicepresidente della Niaf, la National Italian American Foundation. Papà Mario fa in tempo a vedere il successo del figlio, fa in tempo a conoscere anche il nipotino, che tutti chiamano Marco e che viene cresciuto assolutamente bilingue con babysitter genovese. L’ex ufficiale, ex partigiano, ex commissario diventato facoltoso imprenditore alimentare muore nel 2001. Ora è Jeff che deve spingere più in alto il nome di famiglia. ”Abbiamo un forte legame con l’Italia. Leggiamo libri italiani e non solo i classici [...] Io volevo contribuire a sottolineare gli aspetti positivi dell’italianità. Non si tratta di combattere gli stereotipi, qui la storia della nostra comunità è diversa rispetto ad altre zone degli Stati Uniti. Piuttosto di esaltare l’immagine positiva da un diverso punto di vista”. Ecco, quindi, l’idea di portare allo scoperto la tecnologia italiana. ”Mi sono reso conto che ai vertici di azienda importantissime come l’Ibm ci sono molti italiani” dice. Così inventa la Silicon Valley Italian Council. [...] Il successo è stato immediato: le riunioni mensili prevedono conferenze ad alto livello, ovviamente in inglese e italiano, come quella sugli aspetti innovativi della fotografia digitale o la nanotecnologia. [...]» (Alessandra Pieracci, ”La Stampa” 3/9/2005).