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 2005  agosto 27 Sabato calendario

Sacco e Vanzetti. La Repubblica 27/08/2005. La condanna. soprattutto grazie alla sua influenza personale, oltre che alla sua reputazione di persona conservatrice e integerrima, che avvocati, ministri di culto, professori universitari e giornalisti stanno interessandosi sempre più a questo caso

Sacco e Vanzetti. La Repubblica 27/08/2005. La condanna. soprattutto grazie alla sua influenza personale, oltre che alla sua reputazione di persona conservatrice e integerrima, che avvocati, ministri di culto, professori universitari e giornalisti stanno interessandosi sempre più a questo caso. Adesso che il Boston Herald è uscito con un articolo di fondo in cui si chiede un nuovo processo e ha suggerito che venga nominata una commissione imparziale che riveda tutta la storia del caso, si comincia a sentir crescere l´agitazione, anche se tardiva, dei circoli di idee liberal e degli intellettuali. Il popolo del Massachusetts comincia a rendersi conto che in un errore giudiziario di tale portata è in gioco non solo la vita di due radical italiani. La prima istanza di riapertura, discussa nell´ottobre del 1921, si fondava sull´affermazione che la sentenza non fosse coerente con le prove. Fu respinta. Altre quattro istanze si basavano su prove che erano state scoperte nel frattempo. La prima denunciava irregolarità avvenute nella camera della giuria. Il presidente di questa, Ripley, ex capo della polizia di Quincy, le cui opinioni devono aver avuto molto peso sui suoi colleghi giurati, dichiarò alla difesa che durante il processo aveva avuto in tasca alcuni proiettili simili per marca e calibro a quelli portati come prova, e che su quelli tra lui e gli altri giurati vi era stata un po´ di discussione. Si può presumere che siano stati usati per fare paragoni e trarre conclusioni. In ogni caso simili prove segrete violano il concetto di equo processo, concetto che insiste sul fatto che chiunque ha il diritto di replicare a tutte le prove che siano state portate contro di lui. Inoltre un amico di Ripley depose sotto giuramento che Ripley, prima del processo ma sapendo già che avrebbe fatto parte della giuria, gli aveva detto: «’Sti maledetti [Sacco e Vanzetti]: da impiccare comunque». L´istanza fu respinta. *** A questo punto, tra Sacco e Vanzetti e la sedia elettrica non resta che la forza crescente dell´opinione pubblica. Si sta preparando un nuovo appello alla Corte suprema dello Stato, ma appare poco probabile che essa rovesci la sua ormai radicata decisione. Resta la vaga speranza di potersi appellare alla Corte suprema degli Stati Uniti sostenendo che questi due uomini sono stati condannati senza un processo equo. Il popolo di questo paese e i cittadini del Massachusetts se ne staranno forse lì a guardare mentre questi due vengono assassinati dal peso letale dei cavilli giuridici? A Madeiros, assassino e pistolero, è stato concesso un nuovo processo in base al fatto che il giudice aveva negligentemente dimenticato di informare i membri della giuria che era loro dovere considerare chiunque innocente fino a che non ne fosse dimostrata la colpevolezza. assai difficile, per chi non sia abituato alle sottigliezze della legge, vedere perché lo stesso principio non si possa applicare a Sacco e Vanzetti. Le parole, sicuramente, furono pronunciate e probabilmente con tutta la solennità dovuta, ma chiunque abbia letto i resoconti del processo può forse dire che fossero cariche dello spirito della legge? «Così lei lasciò Plymouth per sfuggire alla leva, non è vero?», è stata la prima domanda che Katzmann fece a Vanzetti al banco di testimoni. «L´amava la Patria, lei, durante quell´ultima settimana di maggio del 1917? L´amore che lei sente per gli Stati Uniti si misura forse con la quantità di soldi che può fare in questo paese? Era sua intenzione disapprovare l´università di Harvard?» furono alcune delle domande poste a Sacco - e molte di queste non erano altro che inviti ad accettare il dibattito. E Sacco fu indotto, e autorizzato dal giudice, a lanciarsi in un lungo discorso che svelava le sue oltraggiose opinioni politiche. Così, poi, l´appello alla giuria di Katzmann finì con queste parole: «Siate uniti, uomini della contea di Norfolk!». E le istruzioni del giudice Thayer si aprirono con queste parole: «Signori della giuria, lo stato del Massachusetts vi ha chiamato a rendere un importantissimo servizio. Malgrado voi foste pienamente coscienti di quanto sarebbe stato arduo, doloroso, faticoso, voi tuttavia, da veri soldati, rispodeste all´appello secondo lo spirito della suprema lealtà americana». Dopo tre pagine su questo tono, Thayer continua: «Avendo sgomberato le vostre menti da ogni fumo di simpatia o di pregiudizio, sostituito da piena fiducia, da una pura atmosfera di solida imparzialità e di assoluta giustizia, passiamo ora a studiare alcuni diritti che la legge garantisce agli imputati...». Gli uomini della contea di Norfolk si tennero uniti nell´unico modo che conoscevano: difendere le istituzioni contro i rossi, i fannulloni, gli agitatori stranieri. Dodici fantaccini, nel processare una spia tedesca, avrebbero risposto con un uguale verdetto: «’Sti maledetti: dovrebbero comunque impiccarli», era stata l´opinione del presidente della giuria. Questa è la storia del caso, vista da fuori. Ma cosa succedeva nel frattempo ai due uomini chiusi in carcere? Speranza e disperazione, in massacrante alternanza, e alla fine una specie di apatia. Entrambi ebbero momenti di abbattimento. A un certo punto Vanzetti fu chiuso in una cella vicina alla centrale di riscaldamento del carcere di Charlestown, da dove poteva sentire i colpi di martello degli operai che stavano montando la sedia elettrica per una esecuzione. Questo gli distrusse a tal punto i nervi che le autorità del carcere, preoccupate, lo mandarono in osservazione al manicomio di stato. Lì fu trovato sanissimo. D´altra parte Vanzetti, nel carcere di Charlestown, almeno lavora e questo lo tiene occupato. A Dedham non è previsto che i detenuti in attesa di esecuzione lavorino. Tolta l´ora d´aria e di esercizio quotidiano, Sacco ha passato tutti e sei gli anni chiuso in cella. All´inizio cercava in tutti i modi di tenersi in forma, ma poi, com´era inevitabile, la disperazione ebbe il sopravvento. Allora iniziò uno sciopero della fame. Dopo trentun giorni fu trasportato, a pezzi, alla colonia penale di Bridgewater dove gli fu permesso di lavorare all´aria aperta. Quando si fu ristabilito fu riportato a Dedham per altri giorni, settimane, mesi di attesa. Ciò che tiene in vita questi due uomini, e gli impedisce di impazzire, è la fiducia che sentono di essere paladini e martiri delle classi lavoratrici. Vanzetti è molto attaccato alla frase di Sant´Agostino: nel sangue dei martiri è il seme della libertà. Attraverso le sbarre e i muri delle carceri in cui sono detenuti, questi uomini devono aver avuto sentore dell´immensa ombra eroica che allungano sui lavoratori di tutto il mondo. In Russia, in Germania, in Francia, in Argentina la gente ha seguito commossa ogni fase del processo. Per Sacco e Vanzetti ci sono stati incontri, cortei, lanci di bombe, teste rotte tra uomini che parlano lingue che loro non conoscono, in città di cui loro non hanno mai sentito parlare. La storia è fatta di questi riflettori che s´accendono all´improvviso e per un momento rendono gigantesco il dramma di un singolo modesto individuo. La prova tangibile di questi sentimenti è nei contributi che piovono di continuo per il Comitato di difesa, raccolti soprattutto tra gente povera, in piccole somme, tra gente per la quale dare un dollaro significa saltare un pasto, rinunciare alle sigarette o ad andare al cinema. John Dos Passos