La Repubblica 28/08/2005, pag.26 Gabriele Romagnoli, 28 agosto 2005
Fenomenologia di Savoldi. La Repubblica 28/08/2005. Chiunque si sia appassionato al calcio ha un giocatore con cui l’ amore è scoppiato e poi è andato in pezzi (ma quando pensi che sia finito, non è finito)
Fenomenologia di Savoldi. La Repubblica 28/08/2005. Chiunque si sia appassionato al calcio ha un giocatore con cui l’ amore è scoppiato e poi è andato in pezzi (ma quando pensi che sia finito, non è finito). Nel mio caso, Giuseppe Savoldi, centravanti del Bologna anni Settanta. La squadra non era granché, la tenevano in serie A i suoi gol, soprattutto quelli di testa. Saltava sempre un po’ più del difensore che lo marcava, restava sospeso un secondo, torceva il collo e segnava. La curva cantava una canzone (la non memorabile «Na na na na na na na na eh eh eh ciao ciao») riadattandola («Na na na na na na na na eh eh eh Beppe gol»). Savoldi faceva poco, non sbagliava quasi mai, era infallibile nei calci di rigore. Fuori dal campo non esisteva. Parlava pochissimo. Aveva una vita privata normale, la cui traccia principale fu la nascita, nel 1975, di un Gianluca Savoldi che avrebbe, anni dopo, fatto gol al Bologna con la maglia della Reggina. Poi, un’ estate, divenne ufficiale che il calcio era un affare come tanti: Savoldi fu venduto al Napoli per una cifra, allora record, che superava il miliardo di lire. La curva ammutolì, io non rinnovai l’ abbonamento. Sul suo poster, ancora appeso in camera, scrissi a pennarello un patetico: «Non dimenticherò». In inglese, per evitare commenti in famiglia. Savoldi fallì la recita sul grande palcoscenico. In seguito tornò e il cerchio si chiuse. Finì nel giro delle scommesse, saltava più in basso, aggiustava partite e dissolveva le ultime illusioni: il gioco era finito. Poi, tempo dopo, quando Savoldi era stato squalificato, riammesso, condannato a riapparire come caricatura di sé, infine dimenticato, ho letto il libro del suo collega Petrini sul «pallone nel fango». Raccontava, tra l’ altro, la partita tra Bologna e Avellino che avevano combinato insieme, scommettendo sul pareggio. Era saltato tutto, il Bologna aveva vinto, semplicemente perchè «Savoldi aveva fatto gol e non c’ era stato tempo di rimediare». Era stato più forte di lui, dell’ ombra, della delusione. Quando aveva pensato che il gioco fosse finito, non era finito. Gabriele Romagnoli