30 agosto 2005
Tags : Christiane Vera. Felscherinow
Felscherinow ChristianeVera
• Nata a Berlino (Germania) il 20 maggio 1962. Autrice de I ragazzi dello Zoo di Berlino, firmato come Christiane F. «[...] ”Libro maledetto, a me ha portato soltanto sfortuna. Non fosse mai stato pubblicato, forse la mia vita sarebbe andata diversamente. [...]” [...] clinicamente ”pulita” ormai dal 1993. [...] tossicodipendente e prostituta già a 14 anni. Furono due giornalisti di ”Stern” a cambiare la sua vita, nel 1978. Volevano scrivere per il settimanale una storia su di lei, ma le due ore del primo incontro diventarono due giorni e poi due mesi due mesi, mentre Christiane raccontava loro di sé e dei suoi amici, delle siringhe e delle marchette per pagarsi la roba. Nacque uno dei libri più celebri del Dopoguerra, un best-seller mondiale: Christiane F., I ragazzi dello Zoo di Berlino. A diciotto anni, uscita una prima volta dalla dipendenza, Christiane si ritrovò con 500 mila marchi su un conto in banca. Il successo arrivò come una grande sbornia. ”Ricominciai a drogarmi, prima con la cocaina, ma non ci volle molto perché tornassi all’ero. Ora me la potevo permettere senza problemi”. Nel 1981, il libro diventò un film e per lei fu il salto definitivo in un’ambigua celebrità. ”Diventai una principessa, o almeno così credevo. Mi invitavano alle feste dei ricchi e famosi. Viaggiavo per il mondo. Ma ero solo una bambola da mostrare. Appena cercavo vicinanza e affetto, avvertivo l’innalzarsi di una barriera, comunque rimanevo una drogata”. In Svizzera, invitata per la prima del film, incontrò David Bowie. ”Andammo nel suo albergo a Losanna e sniffammo cocaina insieme. Era il mio grande idolo, mi sembrava di toccare il cielo. Quando lo vidi per la prima volta, però, ero un po’ delusa: era così piccolo”. Dopo il film, parlarono a lungo, nonostante lei capisse male l’inglese: ”Mi disse di stare attenta, perché anche lui, quand’era diventato famoso, aveva avuto parecchi problemi con la droga”. Un paio d’anni dopo Bowie la invitò ancora, a un suo concerto a Colonia: ”Da allora non l’ho più rivisto”. Conobbe Fellini a Roma. A Zurigo venne invitata a una cena con Friedrich Dürrenmatt, dai proprietari della casa editrice Diogene, che per lei avevano grandi piani. Ma lei preferiva frequentare il Platz Spitz, un lupanare ”dove ti potevi fare più o meno davanti a tutti”. Tornò a Berlino. Divenne la regina della Szene, una tossica piena di soldi non si trovava ogni giorno: ”Erano tutti con me solo per i soldi”. Anche la parentesi greca finì male, con un fidanzato junkie in carcere e lei all’eterna ricerca di roba per le strade di Atene. Rientrò nuovamente in Germania nel 1993, ancora incapace di staccarsi dallo Zoo. Perfino quando si fratturò una spalla e venne ricoverata, ”uscivo dall’ospedale ogni sera in camicia di notte e andavo in taxi alla stazione per cercarmi la dose”. Poi scoprì il metadone e, poco a poco, cominciò a liberarsi dall’eroina. La nascita di Niklas fu un regalo inatteso, un’ancora caduta dal cielo. Il padre, anche lui tossico, lasciò Christiane e il bimbo dopo poco. [...]» (Paolo Valentino, ”Corriere della Sera” 30/8/2005).