Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  agosto 29 Lunedì calendario

Tempia Emilio

• Mezzana Mortigliengo (Biella) 9 novembre 1938. Urbanista. Ha frequentato le elementari e le medie nel Biellese. Poi le vicende familiari lo hanno portato ad andare via dall’Italia: ha frequentato il liceo e l’università a Parigi conseguendo la laurea in ingegneria urbanistica. La sua attività professionale lo ha portato a lavori di urbanistica prima in Algeria, poi nel Senegal e nel Venezuela. Rientrato in Francia, ha occupato la cattedra di pianificazione territoriale e ambientale all’Università di Amiens per poi approdare a Parigi come Responsabile dello sviluppo economico della regione Ile-de-France. Nel 1990 si occupa dello studio per lo sviluppo economico dell’areametropolitana da inserire nel piano regolatore della regione di Parigi. «Le elementari a Mezzana Mortigliengo, un piccolo centro del Biellese orientale dove quasi tutti di cognome si chiamano allo stesso modo. Poi, appena adolescente, la grande Parigi - 12 mila chilometri quadrati di espansione e 11 milioni di abitanti - da lui stesso, trent’anni dopo, passata al setaccio, analizzata e ”riprogettata” per reggere il confronto con le altre metropoli mondiali. [...] aveva due genitori anziani. Il padre più grande di lui di mezzo secolo esatto, era un imprenditore tessile cui la guerra aveva ridotto a zero i risparmi e che viveva della pensione. Studiare, per un ragazzino di quell’epoca e di quel paesino ai piedi delle Alpi abitato da 600 anime, voleva dire collegi costosi e grandi sacrifici. Ma come si dice, non tutti i mali vengono per nuocere. ”Mio zio era fuggito dall’Italia e si era rifugiato in Francia. Era segretario provinciale del partito socialista a Novara e a Mussolini non andava proprio a genio. Così i miei genitori avevano deciso di mandarmi a vivere da lui per consentirmi di proseguire gli studi. Paura? Nemmeno un po’. Avevo 14 anni, tanto entusiasmo e mi sono integrato subito. Dopo il liceo ho sostenuto un esame di ammissione per entrare alla facoltà di ingegneria e in seguito, dopo la laurea, sono passato a quella di urbanistica”. così che il professionista biellese, all’inizio incerto sul da farsi (gli sarebbe piaciuto studiare anche da architetto), è divenuto un esperto di sistemazioni e sviluppi urbani e regionali, accumulando un’esperienza tale da guadagnarsi la fiducia dello Stato francese che negli Anni Novanta gli ha affidato la pianificazione economica dell’area metropolitana di Parigi.’Avevo lavorato anche in Italia per il Cnr per un certo periodo -. Dirigevo un programma di ricerca sugli insediamenti universitari e sul loro sviluppo nell’ambiente urbano ma alla fine i fondi erano così miseri che non era possibile pensare di ottenere risultati efficaci. In Italia era così trent’anni fa ed è purtroppo così ancora adesso. Così sono tornato a lavorare in Francia”. Poi ci sono state le prime missioni all’estero. ”Ho collaborato al piano regolatore di Algeri e di Annaba, due grandi città che s’affacciano sul Mediterraneo. Sono stato un anno in Venezuela per conto del governo francese in una missione di cooperazione dove si trattava di proporre una politica di sviluppo del territorio. Poi con l’Onu sono finito in Senegal. Esperienze interessanti ma che in concreto non hanno portato risultati. Avevo anche ricevuto un nuovo incarico dall’Onu che mi proponeva un lavoro in Burkina Faso ma il ministero francese non mi ha accordato il permesso e così sono rientrato definitivamente a Parigi”. L’incarico più importante è arrivato negli Anni 90 quando Emilio Tempia si è trovato di fronte a una regione vasta quanto Piemonte e Lombardia insieme, con il compito di studiare lo sviluppo economico dell’area metropolitana da inserire nel piano regolatore della regione di Parigi. ”Si trattava di evidenziare prima di tutto la posizione della città nel contesto della globalizzazione, all’epoca un discorso abbastanza nuovo. Occorreva individuare gli spazi per poter favorire le attività a valore aggiunto, quelle direzionali, industriali, turistiche e di ricerca. Negli Anni 50 la capitale ospitava tutte le industrie automobilistiche ed elettroniche del Paese e buona parte di quelle aeronautiche, che oggi si sono notevolmente ridotte. Come sappiamo la produzione ha preso altre strade mentre nelle grandi città è rimasta la testa, si progetta, si vende, si commercializza e si fa naturalmente turismo, per Parigi un aspetto non secondario”. Lunghi e attenti anni di lavoro hanno portato a una pianificazione e in seguito alla realizzazione delle prime proposte tematiche individuate dallo studioso biellese: il polo direzionale sorto nel quartiere di Saint Denis, ad esempio, o quello accanto alla nuova Biblioteca nazionale per citarne un altro. [...]» (Paolo Guabello, ”La Stampa” 29/8/2005).