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 2005  agosto 28 Domenica calendario

Aniasi Aldo

• Nato a Palmanova il 31 maggio 1921, morto a Milano il 27 agosto 2005. Politico. «[...] sindaco di Milano in una delle sue stagioni più difficili: quella a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, quando la città ancora tumultuosa e vivace del boom economico si trovò investita in pieno dalla ondata brutale del terrorismo. Si è sempre detto - e non è un luogo comune - che in quegli anni cupi Milano seppe non perdere la sua anima. E una parte non piccola del merito è sempre stata attribuita a [...] Aldo Aniasi [...] era nato a Palmanova, in Friuli, ma cresciuto vicino ad Omegna, sul Lago d’Orta, a ridosso delle zone in cui durante la Resistenza sarebbe diventato comandante partigiano nelle Brigate Garibaldi. Socialista dall’inizio alla fine - tranne una breve parentesi nella sinistra socialdemocratica [...] Il pomeriggio del 12 dicembre 1969, quando arriva nella filiale della Banca dell’Agricoltura devastata dalla strage che dà il via agli anni di piombo, Aniasi è sindaco di Milano da meno di due anni. succeduto a Pietro Bucalossi, un professore austero e meticoloso. Aniasi continua a guidare giunte di centrosinistra, ma intanto crea le condizioni per il dialogo con i comunisti. lui, nel 1976, ad aprire - con quello che oggi si definirebbe un ”ribaltone” - al Pci le porte di Palazzo Marino. Nello stesso anno lascia il testimone a Carlo Tognoli e si trasferisce a Montecitorio: deputato, ministro della Sanità e delle Regioni. Dentro il Psi, Aniasi è semplicemente un ”aniasiano”, titolare di una delle poche correnti che non si associano all’omologazione craxiana. Nel capoluogo lombardo, per molti anni intorno all’ex sindaco continua a vivere una macchina elettorale potente, forte di consensi - leggendario l´appeal di Aniasi sui taxisti meneghini - e di voti. Ma anche negli anni del potere, accanto al politico accorto e pragmatico è sempre continuato a vivere un altro Aniasi: quello cui ci si rivolgeva con il nome di ”Iso”, il nome di battaglia (contrazione di Iso Danali, anagramma di Aldo Aniasi) con cui da giovane aveva guidato la Divisione Redi, la formazione partigiana dell’Ossola che la sera del 27 aprile entra per prima nella Milano abbandonata dai nazifascisti. All’esperienza e al mondo partigiano Aniasi era sempre rimasto legato profondamente. [...]» (Luca Fazzo, ”la Repubblica” 28/8/2005). «Per tutti era ”Iso”: quel nome di battaglia (Iso Danali) che aveva preso, angrammando il suo, come giovane comandante partigiano delle Brigate Garibaldi in Val d’Ossola gli è rimasto poi per tutta la vita. [...] Presente sul palco ogni 25 aprile; presente in piazza Fontana ad ogni anniversario della strage. Era lui sindaco, da due anni, quando una bomba fascista uccise 17 persone e fu lui ad organizzare l’immensa manifestazione in occasione dei funerali delle vittime: c’era l’intera città a far capire che il terrore non sarebbe passato. Aniasi rimase sindaco fino al ’76, quando optò per il Parlamento e lasciò in eredità al suo successore, Carlo Tognoli, la prima ”giunta rossa” di Milano, con il partito comunista inserito nel governo della città. Agli incarichi istituzionali (due volte ministro; vicepresidente della Camera) affiancò sempre l’attività nel partito e quando Tangentopoli travolse il psi, e quello di Milano in particolare, cercò, con il suo circolo De Amicis, di raggranellare i pezzi del riformismo. Per lui la Milano delle tangenti fu un colpo durissimo: la ”buona amministrazione” del capoluogo lombardo era stata sempre il suo punto d’orgoglio. [...]» (s.mar., ”La Stampa” 28/8/2005). « stato il ”sindaco partigiano”. [...] figura storica del socialismo italiano, per un decennio primo cittadino a Milano, due volte ministro e per nove anni vicepresidente della Camera [...] Presidente dopo Ferruccio Parri della federazione che associa i partigiani, la Fiap, Aniasi aveva guidato il governo milanese negli anni difficili del terrorismo, della strage di piazza Fontana e della contestazione giovanile: fedele agli ideali e ai principi della Liberazione[...] Socialista di sinistra, in dissidio con Craxi sulla necessità di sostenere ovunque possibile la formazione di governi di sinistra (fu durante il suo governo che, per la prima volta, a Milano il Pci entrò in giunta), Aniasi ha concluso la sua carriera politica aderendo negli anni ’90 ai Ds, che lo avevano voluto nella Direzione nazionale del partito. [...]» (Elisabetta Soglio, ”Corriere della Sera” 28/8/2005).