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 2005  agosto 27 Sabato calendario

Lucas Josh

• Little Rock (Stati Uniti) 20 giugno 1971. Attore. «Lo sguardo e il sorriso. Lo sguardo è un po’ furtivo, reticente, misterioso. Il sorriso è svogliato, ironico, avaro. Per Joel Stein, critico del ”Time”, queste sono le ”mosse” che fanno di Josh Lucas una grande star. Senza dimenticare che [...] è bellissimo, ha un fisico bestiale, la pelle abbronzata, i capelli biondi. Ricorda uno dei miti ancora viventi di Hollywood e suo attore preferito: Paul Newman. Come Newman, al quale somiglia sia per la recitazione che per gli splendidi occhi azzurri, Lucas non ama muovere troppo i muscoli facciali, esibire tic e ammiccamenti. E passa da un ruolo all’altro con grande naturalezza. Con incursioni in tv [...] e in teatro. [...] ha recitato a Broadway [...] Aveva vent’anni quando esordì per il film tv Child of Darkness. Child of Light, ma alle spalle vantava un singolare apprendistato in pubblico: le manifestazioni alle quali aveva partecipato con i suoi genitori, militanti nella lotta contro il nucleare. Dopo altri film per la tv, Lucas convince con la sua interpretazione di Craig McDermott in American Psycho, il film tratto dal romanzo di Bret Easton Ellis. [...] appare poi in A Beautiful Mind. E nel 2002 esce il film che lo impone: Sweet Home Alabama, di Andy Tennant. Lucas è Jake Parry, il giovanissimo marito sposato negli anni del college dall’inquieta Reese Witherspoon. Dello stesso anno è il divertente Four Reasons dell’australiana Radha Mitchell. Seguirà Hult, con Lucas nel ruolo di Glenn Talbot, il ricercatore rivale del generale Ross. Sarà poi Walter in Secondhand Lions, un film d’avventura con Michael Caine e Robert Duvall [...] Per i registi che lo dirigono è un attore perfetto. ” bravo, intelligente, bello. Ed è anche umile, qualità quasi del tutto sconosciuta alla gran parte degli attori”, ha detto Rob Cohen, il regista di Stealth, che lo ha chiamato dopo aver visto Sweet Home Alabama [...] Vive a Manhattan, in una casa impregnata di fumo dovuto alle 40 sigarette consumate ogni giorno. Ma non pare pentirsene. Anche perché, forse proprio grazie alle sigarette, la sua voce è più profonda, misteriosa e sensuale» (Rita Tripodi, ”L’espresso” 1/9/2005).