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 2005  agosto 25 Giovedì calendario

Delitto di Brescia 25/08/2005 - 3

«Sono innocente»: alibi legato agli spostamenti. Giornale di Brescia 25/08/2005. Le prove diventano sempre più pesanti. Lui, in isolamento da una settimana, diventa sempre più combattivo. E nega. Guglielmo Gatti, a quanto racconta il suo avvocato, non fa il benché minimo passo indietro, non ritratta, non mette il piede in fallo, e tanto meno confessa. Con «lucidità» risponde a tutte le domande che il suo legale gli pone senza cadere nella benché minima contraddizione. Ripete quanto disse agli inquirenti in sede di sommarie informazioni «passo dopo passo - sostiene Luca Broli - con precisione sorprendente». L’uomo che non si scomponeva quando gli investigatori entravano e uscivano da casa sua, che dialogava con tutti i cronisti, che esibiva senza tentennamenti le fotografie degli zii scomparsi, ribadisce giorno dopo giorno anche al suo difensore la stessa versione di sempre: «Sono innocente». Lo stesso ha fatto anche ieri nel corso del colloquio con il suo legale, terminato in anticipo per la convocazione e l’interrogatorio degli inquirenti. «Anche oggi mi ha fornito una versione credibile dei fatti - ha spiegato Luca Broli - e ha ribadito di avere un alibi». Il fondamento del quale resta «per ragioni di convenienza difensiva secretato». Il suo fondamento, tra una domanda e l’altra, pare di capire che riguardi i suoi spostamenti. Ci sarebbe, in poche parole, chi l’ha visto e potrebbe mettere in discussione la versione della Procura. Dare credito a quel «io non c’entro» che il 41enne «del piano di sopra» continua a ripetere. Se la fiducia non crolla, sono le forze a venire meno. «L’ho visto fisicamente sciupato - spiega Broli - del resto l’accusa e la condizione carceraria in cui versa non sono certo cose da poco». In isolamento, ma non più controllato a vista, Guglielmo Gatti non può proprio fare nulla. Solo dormire e mangiare. Gli è proibito ricevere visite, leggere i quotidiani, ma nemmeno libri. Ha quindici minuti d’aria al giorno e ovviamente li passa in cortile da solo. L’unico contatto umano che ha è con il suo difensore. «Compatibilmente con la condizione nella quale vive - ci ha detto Broli - è estremamente preciso quando risponde alle mie domande. Lo fa senza dover riflettere a lungo. Non ha esitazioni particolari. Sino ad ora mi ha sempre risposto nella stessa maniera in cui ha risposto agli inquirenti in sede di sommarie informazioni. Dice esattamente le stesse cose». Per la Procura, evidentemente bluffa ora, come bluffava allora. Che sia così non è dato sapere, quel che è certo è che la resistenza di quest’uomo è davvero sorprendente. «Si arrabbia quando trova punti nell’ordinanza di custodia che non corrispondono alla sua versione dei fatti - dice Broli - e trova nelle sue convizioni la forza di andare avanti». Convinzioni che Gatti, anche se ha deciso di non rispondere, ha fatto capire ai suoi accusatori. Chiuso nella sua camicia viola, ieri, ha scosso più volte la testa come a non credere, come a non dare credito a quanto gli stavano sottoponendo gli inquirenti. Questo però non significa che il nipote del «piano di sopra» sia tutto di un pezzo. «Gatti ha più volte trattenuto a stento le lacrime per quanto è successo ai suoi zii - racconta Broli - e fatto ricorso a tutto il suo orgoglio per celare la sua commozione al sottoscritto». Pierpaolo Prati