Giornale di Brescia 25/08/2005, pag.6, 25 agosto 2005
Delitto di Brescia 25/08/2005 - 1
Macchie, testimonianze e scontrini. Il Giornale di Brescia 25/08/2005. Con le tracce biologiche rinvenute nella Punto blu di Guglielmo Gatti dal Ris di Parma gli inquirenti hanno «pescato» una carta che potrebbe permettere loro di avvicinarsi presto alla chiusura del caso. Gli indizi sino ad ora raccolti, e confermati dagli investigatori, tracciano infatti un quadro che sembra lasciare poco margine di manovra alla difesa. Si parte dalla testimonianza del ragazzino. Di quel 14enne che riconobbe in Guglielmo Gatti la persona al volante della Punto blu contro la quale, a fianco del padre, rischiò di scontrarsi proprio sulla strada che conduce al passo del Vivione. In un punto poco distante da quello nel quale mercoledì 17 agosto vennero ritrovati i resti di Aldo Donegani e Luisa De Leo. In mano agli investigatori poi finì la prova delle prove, la prova che la procura non esitò a definire «schiacciante»: il sangue nel garage di Gatti, il sangue dei due zii. Proprio nel «mattatoio», così come lo chiamò Giancarlo Tarquini, emerse insomma l’elemento che pare dare forza agli altri. Successivamente a questa altri indizi. Alcuni validi, altri solo potenzialmente. Tra questi ultimi la testimonianza dell’albergatrice di Breno, che ha dichiarato di aver dato a Gatti una camera alle 3 della notte tra il 30 e il 31 luglio, dimenticandosi però di registrare la sua presenza e di produrre così una prova. Dello stesso tenore lo scontrino dell’Obi che testimonia l’acquisto di cesoie identiche a quelle utilizzate per sezionare i cadaveri, ma non consente di condurre la spesa al nipote. Gli investigatori tengono in maggiore considerazione la testimonianza della vicina di casa dei Donegani, che disse di aver udito nella notte tra il 30 e il 31 luglio rumori provenire dal garage di Guglielmo Gatti e anche lo scontrino della verdura ritrovato all’interno dell’appartamento del nipote di Aldo e Luisa. Questa pezza giustificativa troverebbe riscontri nel codice a barre appiccicato sulla confezione di sedano rinvenuta nel dirupo poco distante dai resti dei coniugi e dalle cesoie insanguinate.