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 2005  agosto 24 Mercoledì calendario

Delitto di Brescia 24/08/2005 - 2

Il legale: « sempre più battagliero, non cede». Giornale di Brescia 24/08/2005. « ancora più battagliero di ieri, non si sta rassegnando». Gli indizi a suo carico sono pesantissimi. Gugliemo Gatti, da sei giorni in carcere con l’accusa di aver ucciso Aldo Donegani e Luisa De Leo, di averli fatti a pezzi e gettati nei dirupi dominati dal passo del Vivione, però non cede. Anzi ribadisce al suo avvocato, nel corso della seconda giornata di colloquio a Canton Mombello la sua «assoluta estraneità» al duplice e terribile omicidio. Nega e rilancia fornendo ancora una volta «le stesse indicazioni fornite agli inquirenti nelle ore successive al suo fermo - spiega l’avvocato Luca Broli poco dopo aver salutato il suo assistito - e respinge tutte le ipotesi accusatorie che gli vengono addebitate». Anche ieri Guglielmo Gatti non si è limitato a dire: «Io non c’entro», ma è andato oltre, come avesse le sue carte da giocare. Ha un alibi? «Nel momento in cui respinge ogni accusa direi di sì, assolutamente di sì». Quello che l’avvocato Broli non dice è su cosa l’alibi si fondi. «Gatti ha delineato quadri - ha detto Luca Broli - che potrebbero essere particolarmente interessanti». Logico pensare alle chiavi di casa Donegani, uno dei punti più dibattuti di questi giorni, ma anche agli stessi sospetti che l’accusato numero uno può avere. «Quanto al primo punto tengo a precisare che il mio assistito - dice il legale - non ha fatto nomi, ma solo detto che ad averle erano più persone». Quanto ai secondi? «Gatti ha captato segnali che lo portano a fare particolari considerazioni - spiega il difensore - segnali che ha avuto in un lasso temporale decisamente ampio, che affondano le radici in un periodo decisamente antecedente alla scomparsa dei coniugi». Sul contenuto del dialogo tra l’avvocato e il suo assistito non trapela altro. «Secretato» ripete spesso il primo. Quello che è dato sapere è che Gatti non ha ancora discusso delle prove che lo hanno messo con le spalle al muro. Ha ricostruito i suoi movimenti, i suoi rapporti con gli zii, ha affrontato le questioni prodromiche, le prime che emergono dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice che ha disposto il suo isolamento a Canton Mombello. Oggi il confronto tra l’accusa e l’accusato, attraverso la mediazione dell’avvocato Broli, entrerà nel vivo. Il legale sottoporrà all’analisi del 41enne la testimonianza del ragazzino che lo avrebbe riconosciuto proprio nelle vicinanze dei luoghi dove sono stati trovati i resti dei coniugi Donegani. Quanto alle altre prove, a partire dalle tracce di sangue in garage, la testimonianza della proprietaria dell’albergo di Breno dove avrebbe dormito, le cesoie e la pezza giustificativa del loro acquisto Luca Broli taglia corto: «Di questi elementi di prova ci occuperemo quando mi verranno formalizzati. Per ora non ne ho traccia nelle carte che ho a disposizione e quindi è meglio occuparsi d’altro. C’è un’istanza di scarcerazione da presentare, dobbiamo puntare su questa». Si torna comunque sulle macchie di sangue trovate nel suo garage, sullo stupore espresso dall’inquisito sul fatto siano occorsi venti giorni per scoprirle. C’è chi fa notare all’avvocato che prima dell’iscrizione di Gatti nel registro degli indagati i Ris non potevano entrare in azione. «Ipotesi plausibile, io resto di un altro avviso». L’intento dell’avvocato, almeno per ora è un altro, e decisamente chiaro: cercare di far uscire Gatti dall’isolamento di Canton Mombello. Convincere il Tribunale del riesame che siano venute meno le esigenze di custodia cautelare. Per tutto il resto, per quello che già si conosce e per quello che si conoscerà nelle prossime ore, ci sarà tempo. Pierpaolo Prati