Giornale di Brescia 24/08/2005, pag.6 Pierpaolo Prati, 24 agosto 2005
Delitto di Brescia 24/08/2005 - 1
Un altro scontrino pesa sul conto di Guglielmo Gatti. Giornale di Brescia 24/08/2005. Una traccia al giorno. Un tassello che si incastona perfettamente nel mosaico che gli inquirenti stanno cercando di concludere nel minor tempo possibile e che, più passano le ore, più sembra destinato a raffigurare proprio il volto più noto: quello di Guglielmo Gatti. Sul conto del «nipote del piano di sopra», l’indiziato numero uno, il colpevole, almeno per la Procura, dell’uccione, del sezionamento e dell’occultamento dei cadaveri degli zii, Aldo Donegani e Luisa De Leo, si fa pesantissimo un altro scontrino. Dopo quello che certifica l’acquisto delle cesoie, ma che non attribuisce la compera direttamente a Gatti, la nuova pezza giustificativa, trovata nell’appartamento dell’uomo, metterebbe in collegamento il 41enne in isolamento a Canton Mombello con il sacchetto di sedano scovato nello stesso punto in cui furono ritrovate le cesoie e i resti dei coniugi. Sarebbe proprio quella consegnata dalla cassiera di un supermercato della città a Gatti all’atto dell’acquisto dell’ortaggio. A collegare lo scontrino al sedano è il codice a barre sulla confezione di quest’ultimo: una coincidenza che sembra dire che l’uomo sia stato sul luogo del ritrovamento e confermare che ora abbia le spalle... sempre più a ridosso del muro. Oltre a questa sostanziosa novità, ieri è emersa una voce che deve essere ancora confermata. Nell’appartamento di Gatti i Ris avrebbero rinvenuto tracce di sangue. A chi apparterrebbero non è però, allo stato delle cose, dato sapere. Certo nel caso fossero compatibili con quelle evidenziate dal luminol nel garage di via Ugolini, e quindi appartenessero ad uno o ad entrambi i coniugi, alla chiusura del cerchio mancherebbe davvero poco. Quanto allo scontrino del quale già si sapeva, quello ovvero che testimonierebbe l’acquisto all’Obi di cesoie identiche a quelle ritrovate nel dirupo dell’orrore, non ha trovato conferma l’ipotesi che queste siano state comprate attraverso l’utilizzo di carte elettroniche. Ciò che è emerso di nuovo è che lo stesso acquirente dell’utensile abbia prelevato dal grande negozio della Mandolossa anche un non modesto quantitativo di segatura. Prodotto che potrebbe essere stato utilizzato nel garage che secondo l’accusa è stato trasformato in mattatoio. Resta ancora da scoprire il movente, che pare essere sempre meno di natura economica. Restano anche da trovare i resti dei cadaveri che ancora mancano: le due teste ed il busto di lei. Coordinati dal dott. Lendvai, gli uomini del Corpo Forestale del distaccamento di Breno ieri hanno perlustrato una buona fetta della Valcamonica alla ricerca di ulteriori indizi, con un compito preciso: circoscrivere ulteriormente l’ambito delle indagini. I venti uomini impiegati lungo la strada statale, sotto i ponti, sull’argine dell’Oglio e nelle zone limitrofe ai centri più vicini a questa direttrice non hanno rinvenuto nulla di significativo. Oggi, coordinati da Gualtiero Stolfini, vice questore aggiunto della Forestale, riprenderanno il loro lavoro passando al setaccio altre aree non ancora perlustrate. Responsi sono attesi intanto da più parti: innanzitutto dall’Istituto di medicina legale di Brescia che si sta occupando degli esami tossicologici sui resti dei Donegani. Il lavoro prosegue serratamente e potrebbe arriva al traguardo entro la fine della settimana. Dall’esito delle analisi si potranno conoscere le cause che hanno condotto alla morte di Aldo Donegani e di Luisa De Leo e quindi fare ulteriore luce sulle responsabilità. Negli stessi giorni, al più tardi entro lunedì prossimo, notizie si potranno avere anche da Parma. Nel quartier generale dei Ris, gli uomini di Luciano Garofano stanno studiando millimetro per millimetro l’automobile di Guglielmo Gatti. La Punto blu che l’uomo avrebbe utilizzato per sbarazzarsi dei corpi degli zii e a bordo della quale il 41enne fu avvistato sulla strada che conduce al Vivione. Anche dalla Germania sono attesi responsi. Si aspetta che riapra l’unica azienda in grado di decodificare il contenuto dell’hard disk sul quale un distributore di carburante di Dezzo di Colere, località posta tra Angolo Terme e il passo del Vivione, avrebbe potuto registrare il passaggio di Gatti. A proposito di registrazione è confermato manchi quella dell’albergo di Breno nel quale il «nipote» avrebbe soggiornato una notte. Nonostante questo dettaglio, che non è certo da poco, la titolare conferma con estrema fermezza di averlo avuto come ospite e di essersi segnata (evidentemente per avere almeno un pro memoria) il suo nome e i suoi estremi. La donna sa anche quando il Gatti ha suonato al suo campanello, ma non conferma, e nemmeno smentisce, si tratti delle 3 di domenica 31 luglio. Il che ripropone un dubbio legittimo: quando è stato il nipote a Breno? Subito dopo la scomparsa degli zii o successivamente? Magari per un sopralluogo? Pierpaolo Prati