Giornale di Brescia 23/08/2005, pag.6 Gianluca Gallinari, 23 agosto 2005
Delitto di Brescia 23/08/2005 - 2
In quelle cesoie. Giornale di Brescia 23/08/2005. La storia di quelle cesoie insanguinate, rinvenute al Vivione, a pochi metri dalla spesa dei coniugi Donegani, sembra essere ricostruita, almeno in parte. E gettare nuove ombre sul conto di Guglielmo Gatti. L’ACQUISTO. Già, perchè ieri gli uomini della Guardia di finanza avrebbero individuato nel punto vendita di Roncadelle della catena «Obi» - specializzata in materiale per giardinaggio e bricolage - il luogo in cui il nipote dei coniugi barbaramente sezionati, avrebbe acquistato gli arnesi che gli inquirenti ritengono poi impiegati per fare a pezzi i corpi. GLI SCONTRINI. Non solo. L’attenzione delle Fiamme gialle sarebbe riservata in particolare a due scontrini, due documenti che attesterebbero altrettanti «acquisti» effettuati nel negozio, che si affaccia sulla Padana Superiore, alla Mandolossa. In particolare sotto la lente dei militari sarebbe finito uno dei due tagliandi, che risalirebbe al 30 luglio, attorno alle 11,30: solo una manciata di ore prima di quello che si ritiene l’ultimo avvistamento di Aldo e Luisa Donengani. Se su quest’ultimo non vi fosse certezza, lo scarto di pochi minuti potrebbe confermare o invece rendere meno probabile la premeditazione. Che l’acquisto sia stato effettuato dal Gatti sarebbe provato inoltre dall’avvenuto pagamento per mezzo di carta di credito: circostanza che gli inquirenti - trincerati dietro il più stretto riserbo - non hanno confermato, ma che se verificata complicherebbe di molto la posizione del 41enne. Il Gatti - pare cliente abituale del centro - avrebbe in particolare acquistato in quell’occasione due differenti tipi di cesoie, corrispondenti a quelle poi trovate al Vivione: una più grossa, con i manici di colore verde e lame brunite, con un’apertura di circa 12 centimetri, concepita per tagliare i rami; l’altra più piccola, con impugnature azzurre, da lattoniere. Entrambe sono di una marca tedesca («Lux») di cui solo la catena Obi è distributrice per l’Italia. Inoltre, tra gli acquisti figurerebbe anche un grosso taglierino rosso. Circa 50 euro di spesa in tutto. Cui va aggiunto il costo di alcuni detergenti, forse quelli impiegati per pulire le tracce di sangue. I militari stanno effettuando anche altre verifiche nei negozi della zona, ma gli elementi emersi ieri, se confermati, potrebbero segnare un’ulteriore svolta nell’attività investigativa. A BRENO. Così come novità emergerebbero dalla Valcamonica, dove, gli inquirenti avrebbero rintracciato più di un segno del passaggio del Gatti. Tra essi il soggiorno all’albergo Giardino di Breno, che, secondo una prima testimonianza resa dalla titolare, Cristina Cominelli, risalirebbe alla notte tra il 30 e il 31 luglio. Eppure, l’assenza della registrazione lascia un’ombra di incertezza sulla data esatta: si tratterebbe di un ennesimo giallo, e non è escluso che quel passaggio sia stato successivo, da posticipare nella ricostruzione degli eventi tra il 2 e il 4 agosto. Forse un sopralluogo. Il Gatti, inoltre, avrebbe richiesto non una ma due stanze, altro elemento su cui si concentra l’attenzione degli investigatori, che pare già oggi - o nei prossimi giorni se il tempo non dovesse consentirlo - torneranno in Valcamonica per effettuare nuove ricerche. E proprio da Breno potrebbero ripartire i tentativi di recuperare le due teste e le altre parti mancanti dei due cadaveri. Gli inquirenti forse ritengono che lì si debba concentrare l’attenzione. Se così fosse, non è da escludere che quel presunto arrivo nel cuore della notte all’hotel camuno - un passo falso nell’ottica di chi avesse avuto tutto l’interesse a non lasciar traccia di sé - faccia sorgere nuovi sospetti negli investigatori. L’AUTO A PARMA. Intanto le ricerche proseguono anche sotto il profilo scientifico. I carabinieri del Ris di Parma, infatti, contano di approfondire questa settimana nei loro laboratori gli esami avviati tra Brescia e il Passo del Vivione. In particolare, già ieri, i militari del Ris avrebbero smontato e passato alla lente la Punto Blu di Guglielmo Gatti. Battistrada, ma anche sedili e interni sono di certo al vaglio della Scientifica. Ma più di tutto preme sapere quali tracce custodisca - o meno - il bagagliaio dell’auto. RICOSTRUZIONE. Anche perché nella ricostruzione fornita dagli inquirenti proprio l’auto ha un ruolo centrale. Dal garage in cui il Gatti riponeva con scrupolo la vettura sarebbero giunti quei rumori uditi attorno alle 2.30 della notte tra il 30 e il 31 luglio da una vicina di casa. Sempre l’auto sarebbe stata riconosciuta assieme al suo conducente dal 14enne che viaggiava col padre sulla Panda che il 1° agosto, alle 15, si sarebbe quasi scontrata con essa sulla strada del Vivione. E ancora: proprio con la Punto il Gatti è visto tornare a casa due ore e mezzo più tardi dall’appuntato Luciano De Leo, nipote di Luisa: giusto il tempo per il viaggio tra la Valcamonica e la città, per il prelievo Bancomat dallo sportello dell’Auchan di Concesio - che risulta agli atti alle 16.58 - e la pulizia della vettura, probabilmente al vicino autolavaggio. Gianluca Gallinari