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 2005  agosto 20 Sabato calendario

Delitto di Brescia 20/08/2005 - 8

Impassibilità che divide. Giornale di Brescia 20/08/2005. «Non abbiamo dormito le notti appena passate - dice la maestra -. La nostra via però è unita nel ricordo degli amici. Ogni giorno che passa ci sentiamo meno soli, anche se è lancinante la mancanza di Aldo e Luisa. Stasera, forse, riposeremo». Alcuni mesi fa, il padre di Guglielmo Gatti era ancora in vita. Il figlio, un giorno, lo aiutava a pulire le siepi, la maestra lo aveva visto e s’era complimentata: «Bravo Guglielmo. Così si fa. Non si deve lavorare solo con il cervello, ma anche con il corpo». La nonna di 93 anni, la vicinissima di casa dei Donegani, non aveva incontrato un uguale umore da parte del nipote. «Un giorno - raccontava ieri - volevo proprio parlargli. Lo vedo da una vita e da una vita non riesco a scambiare due parole. Il mattino avevo ascoltato la radio: "Oggi è San Guglielmo". Bene, mi sono detta, adesso appena esce di casa per fare la spesa, lo chiamo. Un’ora dopo mi è passato davanti: signor Guglielmo, signor Guglielmo - gli ho gridato - ho sentito alla radio che oggi è san Guglielmo. S’è girato, mi ha guardato con serietà e mi ha risposto: "L’ho già sentito anch’io" e si è allontanato senza dire né grazie né prego». Era sabato 25 giugno, san Guglielmo. Per incrociare Guglielmo Gatti è sempre stata una piccola impresa. Alcuni giorni fa carteggiava la ringhiera e nelle stesse ore aveva pronosticato con i vicini un due a dieci sulla probabilità di trovare vivi gli zii. Qui, in via Ugolini - ma non solo in via Ugolini -, calcolando i giorni delle ferie dei Donegani, il ritorno, i giorni della sparizione, del ritrovamento, s’è persa la cognizione del tempo . Ci viene in mente il giorno in cui Guglielmo Gatti, sulla sua Punto blu elettrico ha affiancato l’utilitaria di Ferruccio su cui eravamo seduti, ha abbassato il finestrino e ha riferito all’amico degli zii: «Li stanno cercando sui Campiani, allo stagno... Speriamo bene». E si è allontanato per far le spese. Al di là degli esiti giudiziari, fuori da ogni considerazione colpevolista o innocentista, ciò che non si perde è il suo viso: non denunciava un’emozione, non vibrava un nervo, una ruga. questa impassibilità a dividere il quartiere. L’impassibilità di Guglielmo Gatti non divide tra colpevolisti e innocentisti, ma tra chi si avvicina all’idea che da quel silenzio si sia prodotta una tragedia greca e chi si conferma in quel silenzio sull’impossibilità che un uomo visto crescere da bambino, proprio con quei silenzi quasi dalla nascita abbia potuto esplodere in una violenza primordiale, appena prima del rito cannibalico. L’etnologia, la storia dell’antropologia primitiva ha scritto libri alti sull’assassinio, sulla divisione delle carni, sulla consumazione per introitare la forza delle vittime. L’odio stritola l’amore, quando si agita sul basamento di una mente fissata a un progetto di onnipotente, prometeico esibizionismo di un’eco ancestrale. Chi ha ucciso e ha trattato i corpi di Luisa e Aldo non ha resistito al panico di una colpa emersa, subitaneamente, prima dell’ultimo taglio sacrilego. Anche da qui, forse, il rotolare a valle, andando incontro a testimoni che denunceranno il satanico assalto negli antri boschivi. Ieri sera, la chiesa era colma. Alla veglia per le anime di Aldo e Luisa Donegani non è mancato nessuno. Il passaparola era stato lieve come la compostezza dei parenti, dei conoscenti. Lieve e incisivo. Alle 18 la chiesa era retta su un cemento umano, massiccia come una quercia spirituale. Per un’ora è rimasta fuori dal tempio l’agenda delle ipotesi. In Sant’Antonio si è riportato, al centro, il dolore. E basta. Amen d’acciaio blindavano lo scrigno di pietà contro le interferenze di esagitate curiosità mediatiche, ordinate di venire in via Ugolini a fare man bassa di ogni tic possibile, di sparare sulla notizia non verificata, ridurla a pezzi e distribuirla quanti sono i giorni, probabilmente non pochi, dal funerale. di colpo tornato il tempo in cui sentiva sulla pelle l’aria dell’alleanza umana in questa valle di lacrime. Le amicizie del vicinato si sono rinforzate in modo naturale di fronte all’assalto di una violenza intraducibile. Si è chiuso un altro giorno in attesa dell’addio e si prepara una notte meno inquieta. Tonino Zana