Giornale di Brescia 20/08/2005, pag.10, 20 agosto 2005
Delitto di Brescia 20/08/2005 - 7
«L’eredità? Movente che non regge». Giornale di Brescia 20/08/2005. Non regge il movente dell’eredità. Dietro quel delitto non si cela una questione di soldi. l’avvocato Luca Broli, difensore di Guglielmo Gatti, ad escludere l’ipotesi del movente economico. La situazione patrimoniale del quarantunenne di Brescia - fermato con la pesantissima accusa di aver ammazzato e poi fatto a pezzi i due zii - non sembra affatto calzare su questa storiaccia. Perché Guglielmo Gatti non solo è proprietario di due abitazioni (la villetta al civico 13 di via Ugolini e l’appartamento all’Aprica) ma possiede pure parecchi soldi che gli ha lasciato l’anziano padre morto agli inizi di giugno, poco più di due mesi fa. A confermare le sostanze (e non da poche, tra azioni e liquidi) nella disponibilità di Guglielmo Gatti è anche il cugino Giovanni, che quindi conferma come l’uomo oggi accusato del delitto «non avesse problemi economici». Ma poi c’è anche la questione piuttosto controversa del testamento dei Donegani. «Testamento? una parola che nelle due ore di colloquio non è mai stata pronunciata nè da me, nè da lui (il riferimento è a Guglielmo Gatti) - spiega l’avvocato Luca Broli -. Del testamento ho saputo dalla stampa. Se ne sarebbe parlato se fosse rientrato tra le cose contestate dalla Procura». Ma torniamo al movente economico. Se non sono i soldi ad aver spinto l’assassino ad entrare in azione, qual è stata la causa che ha scatenato tutta quella sequenza di sangue da girone infernale. Magari «semplici» e vecchi dissapori o un litigio furibondo ben presto degenerato. Ma poi, dietro quel duplice assassinio, si cela premeditazione? Insomma, il movente è uno degli aspetti più misteriosi di questa vicenda da brividi; aspetto - non affatto secondario - su cui gli investigatori stanno scavando a fondo . Sempre che in una storia così cruda e sanguinaria esista un perché razionale. Difficile infatti credere ad un movente concreto dietro una follia omicida di quel genere, ancor più per quello spietato occultamento che, solo a pensarci, ti fa gelare il sangue nelle vene.