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 2005  agosto 20 Sabato calendario

Delitto di Brescia 20/08/2005 - 2

Due i messaggi scambiati dai due nipoti. Un biglietto. Anzi due. Sono quelli finiti sotto la lente degli investigatori. Due messaggi lasciati dai due nipoti della coppia barbaramente uccisa e sezionata: Luciano De Leo da un lato, Guglielmo Gatti dall’altro. Entrambi risalenti a quel lunedì 1° agosto in cui fu lanciato per la prima volta l’allarme per la scomparsa dei due coniugi. Il primo sarebbe stato scritto dall’appuntato dei carabinieri appena giunto dalle Marche per far visita agli zii. L’uomo arrivato in via Ugolini attorno alle 10, non trovando i Donegani ha suonato al Gatti. All’ora di pranzo, quando il Gatti pare fosse già risalito in casa, il De Leo avrebbe lasciato, appuntato al cancello il primo biglietto: «Vado a mangiare in trattoria assieme a Ferruccio», un amico dei coniugi che il carabiniere aveva probabilmente conosciuto a San Benedetto del Tronto. Al ritorno dal pranzo, il De Leo vede appuntato al cancello, al posto del messaggio da lui lasciato, un altro biglietto: «Sono andato via. Torno alle 17». A scriverlo sarebbe stato il Gatti: in effetti il De Leo lo avrebbe visto tornare in via Ugolini poco dopo le cinque di pomeriggio, in auto. Poco dopo - e pare su insistenza del De Leo - sarebbe scattato l’allarme. Cosa abbia fatto il Gatti nel corso di quelle cinque ore non si sa. «Non si è parlato di bigliettini» sottolinea il legale, Luca Broli, dopo l’udienza di convalida. E di essi nel provvedimento di fermo, non si farebbe menzione. Ma ci sarebbe un ulteriore elemento a pesare sul black-out dell’alibi del Gatti: proprio nelle ore di assenza da casa, il 41enne sarebbe stato visto dal testimone 14enne (alle 15.30) scendere in auto a gran velocità dalla strada del Vivione, in Valcamonica. Dove poi sono stati rinvenuti i cadaveri. Quel biglietto, conservato dal nipote appuntato, è ora in mano ai Ris.