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 2005  agosto 19 Venerdì calendario

Delitto di Brescia 19/08/2005 - 8

Studente modello ma 16 anni fuori corso. Giornale di Brescia 19/08/2005. Una sfilza di esami universitari col massimo dei voti o quasi. Una ventina tra trenta e trenta con lode. Un «buco» di una manciata di esami, meno di dieci, che separano uno studente universitario modello dalla agognata laurea, da quel «pezzo di carta», con intestazione «Politecnico di Milano», che potrebbe fare di lui un dottore in ingegneria nucleare. Il libretto accademico di Guglielmo Gatti sarebbe insomma uno di quelli di tutto rispetto. Da fuoriclasse delle scienze. Eppure, il profilo del «nipote del piano di sopra», dell’uomo che oggi sarà davanti al gip a rispondere di accuse pesantissime, quali il duplice omicidio degli zii, è più articolato del previsto. Poliedrico, eccentrico si sarebbe detto un tempo. Già, perchè accanto alla innata inclinazione per le scienze e per la ricerca, il Gatti vanterebbe anche un’antica passione per la letteratura, per la storia, forse persino per l’archeologia. Come a dire che sugli scaffali del suo studio, convivono volumi sui Fenici accanto a manuali di fisica della materia. Testi di classici latini, accanto a studi avanzatissimi in materia di chimica. Opere dei padri del sapere filosofico greco assieme a cassette e documentari di scienze naturali. O ancora, libri di meccanica impilati ordinatamente accanto ed elementi di elettronica. Guglielmo Gatti ai cronisti che lo incalzavano di domande, nei giorni immediatamente successivi alle segnalazioni, si è sempre definito un ricercatore universitario. Una «discrepanza» dalla realtà che forse cela un’ambizione antica e mai abbandonata, forse ancora coltivata. Del resto, pare che non abbia mai smesso di pagare le tasse universitarie nei suoi sedici anni da fuoricorso, e di rimandare soltanto la laurea, senza mai desistere dal progetto originario. Assecondando magari così anche un sogno dei genitori. O degli stessi zii, che perplessi, anche agli amici avevano più volte detto riferendosi a quell’uomo, ormai non più ragazzo: «Sta sempre lì in casa a far niente». Dietro a tutte quelle ore trascorse al computer, dietro a quel lavoro mai ottenuto - che una telefonata giunta agli zii al mare vorrebbe finalmente trovato - ci sarebbe molto di più. Chi sia veramente Guglielmo Gatti non è dato sapere. Ma certo, non pare essere uno studente fuoricorso qualsiasi. Una mente brillante, eclettica, assetata di cultura. Un lettore appassionato. Un cultore di materie varie. Forse anche un figlio devoto. Che sulla lapide che sigilla le spoglie del padre, al cimitero di Mompiano, firma il suo amore con le parole «Tuo figlio».