Giornale di Brescia 19/08/2005, pag.9 Gianluca Gallinari, 19 agosto 2005
Delitto di Brescia 19/08/2005 - 1
Le basi su cui poggia l’accusa della Procura. Giornale di Brescia 19/08/2005. Una banale coincidenza. Un incontro-scontro casuale. E un testimone, appena quattordicenne, con una memoria fotografica evidentemente di ferro. Gli inquirenti, quando uomini e unità cinofile hanno risalito la strada che da Paisco Loveno conduce su, fino al Passo del Vivione, dove la Valcamonica diventa Val di Scalve, avevano in mano «solo» il racconto di un giovanissimo osservatore (giovane sì, ma non un bimbo come si diceva inizialmente), che non ha tralasciato di memorizzare un volto. Dettaglio, rivelatosi fondamentale. Quando ne sono scesi, avevano con loro i resti di due cadaveri, orrendamente straziati. Il racconto dell’adolescente - che alcuni vogliono camuno, altri della città - è divenuto a tutti gli effetti uno dei capisaldi del castello accusatorio della Procura. Già, perchè, il ragazzo, lo scorso 31 luglio - giorno successivo all’ultimo avvistamento di Aldo e Luisa Donegani - si trovava in gita lungo la strada stretta e tortuosa che da Forno Allione conduce fino al Passo del Vivione, assieme al padre. Una gita come tante, un’anteprima di ferie agostane nella verde conca divisa a metà tra Bresciano e Bergamasca. Tutto regolare, fin quando l’auto a bordo della quale viaggiavano il ragazzo e il padre non si è imbattuta in una Punto di colore blu metallizzato che scendeva a tutta velocità da quella stessa lingua d’asfalto. Se l’impatto è stato evitato è stato solo un caso. Il ragazzo, a quel punto, mentre il padre e l’altro conducente facevano manovra per riprendere la marcia, ha osservato il volto del secondo: nella testimonianza l’adolescente sostiene di aver riconosciuto giorni dopo, vedendolo in tv, il volto di Guglielmo Gatti come quello del misterioso automobilista. Che allora gli parve teso, agitato o di fretta. Il ragazzo, accortosi di quella somiglianza, ne avrebbe riferito al padre, il quale avrebbe allora chiamato i carabinieri: il genitore tuttavia sarebbe stato più incerto nel riconoscimento. La Procura poi avrebbe in mano altri elementi: si tratterebbe di alcune contraddizioni del Gatti nei vari interrogatori. Gianluca Gallinari