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 2005  agosto 18 Giovedì calendario

Delitto di Brescia 18/08/2005 - 12

La storia. Giornale di Brescia 18/08/2005. La Val di Scalve è entrata nell’agenda delle forze dell’ordine l’altro ieri mattina, quando sono cominciate le ricerche che hanno portato al ritrovamento dei resti di Aldo e Luisa Donegani. Una lunga strada, quella compiuta dagli inquirenti, che inizialmente avevano concentrato le ricerche nelle vicinanze della casa della coppia, in via Ugolini. La prima pista battuta è individuata nella zona collinare che segna il confine di Nord-Ovest dell’abitato di Brescia, lungo quel reticolo di sentieri dove le vittime erano solite passeggiare. L’attenzione è attirata da una strada che dal dosso della Fantasina porta al Santellone della Badia. Una serpentina che si snoda attraverso il bosco in fondo alla quale si trova il laghetto detto della Fantasina. Sabato 6 agosto il laghetto viene dragato ma dalle sue acque non riaffiora nulla che si possa far risalire a Aldo e Luisa. Esaurite senza successo le ricerche nei dintorni di casa Donegani, le tracce virtuali di Aldo e Luisa portano fino all’Aprica, più precisamente in via Italia, dove Guglielmo Gatti, il nipote della coppia, possiede un appartamento. La speranza degli investigatori, che vi si recano domenica 7 agosto, è quella di trovarvi una traccia del passaggio dei due scomparsi. Nemmeno stavolta il sopralluogo produce risultati concreti: quando i militari della Scientifica vi entrano all’interno della casa tutto appare in ordine. Tramontata l’ipotesi Aprica, le indagini appaiono prive di sbocchi. Il lunedì successivo scatta un doppio sopralluogo e i riflettori tornano ad accendersi sul laghetto della Fantasina. Investigatori e Vigili del fuoco passano alla lente d’ingrandimento il fondale e la boscaglia circostante ma senza risultati. Forse in mancanza di altre certezze, il cerchio si stringe intorno al quartiere dove i Donegani risiedevano. Mercoledì 11 agosto vengono ispezionati i sentieri che dal colle di S. Anna si dipartono attraverso i boschi circostanti. Al controllo non sfugge il Parco delle Colline e l’altro lato dei Campiani, la Val Bresciana e il Pi Castel. Ogni angolo, ogni anfratto viene analizzato. La Protezione civile si sofferma in particolare su una grotta che taglia da parte a parte il colle di Sant’Anna ma l’esito delle operazioni (replicate il giorno seguente quando alcuni volontari si calano persino nei tombini attorno ai campi) rimane costantemente negativo. Tre gironi prima di Ferragosto spunta una «pista sebina». Si valuta l’eventualità che i dispersi possano essersi recati sul lago d’Iseo, dove frequentavano una famiglia di Provaglio. Si ricostruiscono riti, abitudini del tempo trascorso sul lago dai Donegani che amavano passeggiare nella pineta della S’ciana. La ricostruzione ipotizzata risulta farraginosa sia per l’assenza della macchina dei due (rimasta in via Ugolini) sia per la testimonianza di una giovane che li avrebbe incontrati, il venerdì precedente la sparizione, sul treno che da Iseo andava a Brescia. Le acque del lago vengono ispezionate ma non emergono novità di rilievo. Le segnalazioni piovono da ogni dove, persino dall’Ungheria dove una coppia di Scandicci dice di averli visti. Ma tutto si rivela poco attendibile. Nulla fino all’altro ieri, quando si comincia a parlare della Val di Scalve, un luogo a metà tra il Bresciano e la Bergamasca, facilmente raggiungibile anche dalla città, in treno. Un posto isolato, silenzioso, il luogo dove l’enigma è stato finalmente risolto.