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 2005  agosto 18 Giovedì calendario

Delitto di Brescia 18/08/2005 - 11

Il profilo dei coniugi uccisi. Giornale di Brescia 18/08/2005. Una coppia unita, sempre mano nella mano. questo il ritratto più frequente dei coniugi Donegani, un immagine che restituisce l’idea di un matrimonio felice. Entrambi in pensione, la loro è una vita serena, senza pretese. Le due classiche persone della porta accanto, che abbiamo imparato a conoscere in questi giorni, stretti nel dubbio di che cosa ci fosse dietro questa scomparsa inspiegabile, almeno fine al tragico epilogo di ieri. Aldo Donegani, 77 anni, ha un passato da disegnatore meccanico modellista, specializzazione per cui dava saltuariamente ancora qualche consulenza. In grado di parlare perfettamente francese, inglese e tedesco, viene descritto come un tipo «sanguigno», capace di accendersi, specie quando si parla di politica. Un uomo impetuoso, ma riservato, che chiacchiera volentieri con tutti anche se è poco propenso a parlare di cose private. Di sicuro è amante del ballo, colleziona pistole (ma non spara) ed è (su questo tutti concordano) inseparabile dalla moglie, con cui trascorre le sue giornate. Circa vent’anni fa Aldo perde la prima moglie, Anita.Poi l’incontro con Luisa, il matrimonio, la ritrovata felicità. Luisa Donegani, casalinga di 61 anni, è dipinta come il volto esuberante della coppia. Sorridente con tutti, gioviale, espansiva, amante dei vestiti dai colori vivaci, risponde proprio al ritratto della vicina di casa ideale: bravissima cuoca, abile con in mano ago e filo, e con la casa sempre in ordine. Originaria di Terlizzi, nel Barese, anche Luisa ha alle spalle un precedente matrimonio, nel suo caso poi terminato con un divorzio, esattamente come il suo Aldo. Parte del suo tempo libero la signora Donegani lo dedica all’Oratorio della chiesa di S. Antonio, dove copre come volontaria il turno del giovedì al bar. L’oratorio e la Messa, a volte quella di don Mario Stoppani, ex parroco del quartiere poi trasferito a Castrezzato. I Donegani non sono una coppia sedentaria anzi, amano fare escursioni nella zona circostante la loro abitazione, tra S. Anna e Cellatica. Non solo. Non disdegnano nemmeno i pic-nic, da consumare sulle rive del lago d’Iseo così come nella pineta della S’ciana a Provaglio, dove hanno amici. Il martedì successivo alla loro scomparsa avevano in programma un’escursione in montagna con Luciano De Leo, il nipote della signora Luisa giunto dalle Marche. I vicini, quelli con le case affacciate su via Ugolini, li ricordano per piccoli episodi di quotidiana convivenza, come quando passavano insieme dalla panetteria del quartiere o di come fosse per loro un piacere recarsi sul lago d’Iseo per sfamare le anatre con bocconi di pane. Aldo, Luisa, e Guglielmo. Quel nipote che abita al piano di sopra, che ha perso i genitori nel giro di due anni. Guglielmo che nel corso dell’ultima vacanza degli zii li sentiva con regolarità al telefono e che proprio durante una di queste telefonate avrebbe rivelato di aver trovato un lavoro. Guglielmo l’uomo mite, calmo nonostante i riflettori, l’uomo su cui ora cade l’accusa più infamante.