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 2005  agosto 18 Giovedì calendario

Delitto di Brescia 18/08/2005 - 8

Diciotto giorni al centro dei media. Giornale di Brescia 18/08/2005. Diciotto giorni con il fiato sospeso. Diciotto giorni in un’altalena di attenzioni da parte dei media locali e nazionali, a volte invaso e a volte dimenticato. Diciotto giorni di scambi di impressioni per la strada, di racconti urlati o di frasi sussurrate, di sguardi lanciati da dietro le finestre. la storia recente dell’isolato dove per oltre vent’anni hanno abitato i Donegani, del quadrato di vie stretto tra l’inizio della Sp 10, che in quel tratto si chiama via Torricella di Sopra, e viale Colombo, tra il quartiere Sant’Antonio e il Colle di Sant’Anna, e che ha in via Ugolini e nei suoi abitanti il suo centro naturale. iniziato tutto giovedì 4 agosto. La via Ugolini è ancora solo la seconda traversa di via Scarampella, un uomo contatta la televisione, da diversi giorni non ha notizie degli zii che abitano sotto di lui. Il servizio è trasmesso nel telegiornale della sera, due giornalisti, due fotografi arrivano nella via, parlano con Guglielmo, ma nessuno nei dintorni dà ancora peso alla loro presenza. Venerdì mattina il gruppo non è cresciuto di molto, ma la notizia è apparsa sui giornali locali. Le prime ore del mattino sono tranquille, si cerca di capire chi conoscesse meglio i Donegani, chi li avesse visti l’ultima volta. I vicini, gli amici sono preoccupati ma disponibili, raccontano volentieri dei coniugi. La voce si sparge, in strada si formano i primi capannelli, dalle strade vicine arrivano in bici o a piedi, a cercare informazioni, a dire la loro su Aldo e Luisa e sulla loro inspiegabile sparizione. Ma la macchina mediatica si è messa in moto: nelle prime ore del pomeriggio arrivano i colleghi dei quotidiani e delle televisioni nazionali, nelle aiuole intorno alla villetta si installano le antenne per le trasmissioni in diretta, ormai i cronisti sono diverse decine. Amici e familiari dei Donegani sono a disagio, parlano poco e mal volentieri. Nella via ormai non si circola più, le persone in strada sono centinaia e con l’arrivo della squadra scientifica dei carabinieri lo « spettacolo» entra davvero nel vivo. Inizia il via vai di carabinieri e magistrati, ogni movimento, ogni notizia passata dai telegiornali riaccende i commenti dei moltissimi che stazionano nella via. All’arrivo delle telecamere qualcuno si defila, altri parlano a voce alta. Nei primi giorni le frasi dietro alle ringhiere dei giardini si assomigliano tutte, poi, man mano che le diverse ipotesi investigative diventano di dominio della piazza, i commenti vanno in tutte le direzioni, a volte increduli o diffidenti fino ad alcuni addirittura maliziosi. Poi la bolla si sgonfia, nessuna notizia, nulla che alimenti nuove congetture. Via Ugolini ritrova una parvenza di tranquillità. Fino al pomeriggio di ieri, a quando i telegiornali lanciano in tutte le case l’epilogo più tragico. Ritornano i cronisti, ritorna la gente in strada, sono tutte facce conosciute. Da una finestra qualcuno ci riconosce, ci invita in casa. Davanti ad un bicchiere di vino uno dei primi testimoni, ci dice rassegnato: «Qui in strada vedete gente che parla tanto e sembra conoscere ogni cosa, e non abita neppure nella via....». Paolo Bertoli