Giornale di Brescia 18/08/2005, pag.7 Paolo Bertoli, 18 agosto 2005
Delitto di Brescia 18/08/2005 - 5
Con l’accompagnamento di Carabinieri in borghese. Giornale di Brescia 18/08/2005. Si è capito subito, ieri mattina in via Ugolini, che c’era qualcosa di diverso nel modo in cui i carabinieri sono andati a prendere Guglielmo Gatti. Qualcosa di diverso dalle altre volte, qualcosa che ha reso evidente fin dai primi minuti che non si trattava solo dell’ennesimo colloquio con un «prezioso testimone». In questi diciotto giorni Guglielmo Gatti è stato sentito cinque volte: in casa il primo giorno (un’ora), poi in caserma (4 ore), la terza volta per 5 ore, quindi per 11 e l’ultima volta, venerdì, per 6 ore. Sempre in veste - ufficialmente - di «testimone prezioso». Ieri, i Cc, sono arrivati, attorno alle dieci, tutti in borghese. Sono saliti al primo piano della villetta, nell’appartamento del nipote dei Donegani. Lo hanno fatto scendere e accompagnato fino al cortiletto dove Gatti ha fatto manovra con la sua Fiat Punto blu, fuori dal garage e su dalla breve rampa fino alla strada. a questo punto che arriva il segnale inequivocabile, una variazione minima nella procedura seguita dai militari ma che segna una netta differenza con le altre volte. Guglielmo scende dalla sua auto, la lascia in mezzo alla strada con il motore acceso, sale sul sedile posteriore dell’auto dei militari che subito gli siedono accanto. un altro carabiniere sale sulla Punto, sembra prenderla in consegna, e la guida fino al cortile della caserma di piazza Tebaldo Brusato, dove la vettura resta a disposizione degli uomini della Scientifica per ogni ulteriore accertamento. Questa volta Guglielmo Gatti è stato letteralmente «portato via » dai militari e la sua auto verosimilmente posta sotto sequestr o. Nei giorni scorsi avevamo assistito a scene completamente diverse. In occasione del primo interrogatorio, nel pomeriggio di venerdì 5 agosto, Guglielmo è stato sentito per un’ora in casa e poi gli è stato chiesto di seguire i militari in caserma. Sotto casa c’è l’auto del Reparto Operativo, il quarantunenne fa per salire dietro ma un carabiniere lo invita, con cortesia, a sedersi accanto all’autista. Il giorno dopo c’è il colloquio più lungo, quello che dura ben undici ore. Il Gatti è accompagnato da un’auto dei carabinieri fino davanti casa, l’auto riparte subito, nessuno sembra sorvegliarlo, nessuno piantona l’abitazione. Nel pomeriggio di domenica 7 agosto, poi, quasi una parata. Due militari in borghese arrivano in via Ugolini, salgono al primo piano per pochi minuti, probabilmente avvisano il nipote di Aldo e Luisa di prepararsi, poi se ne vanno. Dopo una decina di minuti arriva un’auto «in divisa», si ferma in mezzo alla strada davanti al cancello della villetta. Guglielmo sale la rampa con la sua auto e segue gli uomini dell’Arma fino all’appartamento dell’Aprica. A tarda sera rientra. Ancora una volta alla guida della Punto blu, sempre da solo e senza che nessuno lo segua. Ieri niente di tutto ciò. Segnale inconfondibile del radicale cambiamento dei ruoli che, di lì a qualche ora, sarebbe arrivato. Paolo Bertoli